Oggi pomeriggio c’è l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico per discutere della situazione della Silda spa, una delle due aziende subentrate alla Golden Lady nei capannoni della Val Sinello. Ma l’azienda non ci sarà, come dichiarato dal legale del gruppo Del Gatto, proprietario al 100% della Silda, Alfonso Valori. “Invieremo una relazione dettagliata di quanto accaduto negli ultimi giorni ma non saremo presenti all’incontro. Nel corso dell’incontro in prefettura ci avevano chiesto di soprassedere alle denunce, dopo quanto accaduto qualche giorno fa, con i camion bloccati, e noi abbiamo accettato. Avevamo anche presentato una proposta per il pagamento degli stipendi entro il 31 luglio, ma non è stata accettata, mentre non siamo stati avvisati del fatto che era in preparazione un esposto e ci siamo trovati con l’ufficiale giudiziario dentro la fabbrica”. Sul sequestro preventivo operato ieri dall’ufficiale del Tribunale di Vasto ci sono ancora degli aspetti da chiarire. “Sono stati i macchinari e il materiale presente nel caveau, mentre non è stato effettuato il sequestro dei semilavorati”, ha spiegato l’avvocato Carmine Di Risio, legale di parte sindacale.
L’avvocato Valori chiarisce un altro passaggio. “Verrà fuori che i macchinari non sono sequestrabili, perché sono stati acquistati con il patto di riservato dominio, finchè non viene pagata l’ultima rata restano di proprietà del venditore”. Una tesi sostenuta anche dal titolare della Mac Senior, arrivato a Gissi qualche giorno fa. “E non sono sequestrabili pelli, semilavorati e scarpe finite, che sono di proprietà della Del Gatto che le consegna in lavorazione alla Silda per poi riaverle indietro”. Da parte dei legali dell’azienda è stata fornita la documentazione per accertare questi passaggi. Tutto ciò che non può essere sequestrato, quindi, è nelle disponibilità dell’azienda. La proprietà aveva proposto anche un accordo per saldare la spettanze dei lavoratori già durante l’incontro in Prefettura. “Avremmo pagato entro il 31 luglio con la garanzia della Del Gatto. Anche ieri sera abbiamo riformulato questa proposta ai legali dei sindacati, che sono usciti fuori e hanno riferito ai lavoratori presenti sul posto. La stragrande maggioranza aveva accettato, ma ci hanno riferito che c’era una parte che non voleva accettare, così non se n’è fatto niente”.
A quel punto l’intenzione dell’azienda era di portare via la merce non posta sotto sequestro. “Lì c’è stato il picchetto, ma è stata una pantomima. Loro non si sono spostati e noi ci siamo fermati con il camion, perché di certo non passiamo sopra le persone. Le forze dell’ordine hanno preso le generalità di chi bloccava le strade e ne seguiranno le denunce per violenza privata”. Resta la necessità per la Silda di portare fuori la merce, “altrimenti avremo un problema enorme. La Silda deve consegnarle alla Del Gatto, che a sua volta deve consegnarle agli acquirenti finali, gli unici che possono pagare per il loro vero valore”. Secondo Valori chi non ha consentito il passaggio del mezzo è “una netta minoranza, che vuole solo far saltare la Silda e tornare al tavolo la Golden Lady, ma è una prospettiva irrealistica”. L’avvocato marchigiano spiega come “l’origine del problema è stata la mancanza di fondi pubblici (la formazione on the job non rifinanziata, ndr). Quando saremo in condizioni e nelle sedi opportune dimostreremo l’assoluta trasparenza dell’operato della Silda”.
Si aspettano notizie da Roma, mentre in contrada Terzi resta il presidio dei lavoratori, sempre più sfiduciati per questa vicenda che sembra non avere fine.