Curare, salvaguardare il territorio, risparmiare sul prezzo dei prodotti della terra e promuovere il mangiar bene, che è sinonimo di salute. Sono i vantaggi che si possono trarre dagli orti sociali.
Ce ne sono anche a Vasto, in contrada Incoronata, su un terreno di 50 metri quadri messo a disposizione da Carlo Centorami, presidente dell’associazione Vasto libera che ora, insieme all’associazione civica Porta Nuova e a Italia Nostra, chiedono all’amministrazione comunale di ampliare l’iniziativa. Lo fanno in una lettera firmata dalle tre associazioni. Stamani la richiesta è stata ufficializzata in una conferenza stampa tenuta allo Spritz Bar di piazza Diomede da Centorami insieme al presidente di Porta Nuova, Michele Celenza, a Giancarlo Pellegatti, presidente di Italia Nostra Abruzzo, Davide Aquilano, referente locale della costituenda sezione vastese di Italia Nostra, e Renato Rossi, uno dei cinque cittadini che hanno iniziato lo scorso anno a coltivare il piccolo appezzamento di località Incoronata.
“Vista la riuscita dell’iniziativa – annuncia Centorami – abbiamo intenzione di ampliarla. Per questo, interpelliamo il Comune affinché si faccia promotore degli orti urbani”.
“E’ una pratica inaugurata molti decenni fa nelle metropoli europee e giunta più di recente in Italia. A Vasto ci sono tanti terreni incolti. Al Comune costerebbe pochissimo promuoverne la coltivazione. Esiste anche un protocollo d’intesa Anci-Italia Nostra”, spiega Celenza.
“Lo scopo – sottolinea Pellegatti – è la tutela del paesaggio agrario. Da troppo tempo si è perduta la linea di confine tra città e campagna. Bisogna invertire questo processo distruttivo, sottraendo aree alla speculazione”.
Secondo Aquilano, “è un’iniziativa di civiltà a 360°: con l’utilizzo sociale dei terreni, si promuove la socializzazione, creando una piccola comunità, e i giovani possono scoprire i valori della campagna. I vantaggi sono tanti, dai prodotti genuini, al risparmio, fino alla manutenzione del territorio contro il dissesto idrogeologico e, quindi, il rischio frane”.
Uno dei cinque assegnatari del primo orto sociale di Vasto è Renato Rossi: “La nostra è una coltilvazione a chilometri zero di pomodori, peperoni, melanzane, zucchine e carote”.
La lettera al Comune – “Partita da oltre un secolo come fenomeno spontaneo nelle metropoli dell’Europa settentrionale, la pratica degli orti sociali (o orti urbani) si è andata ormai affermando su scala nazionale anche in Italia, tanto da essere recepita nella normativa statale , in molte legislazioni regionali (tra cui quella abruzzese ), nonché da innumerevoli comuni sparsi per tutta la penisola.
Si tratta in effetti di una pratica buona in sé: che dei privati cittadini si occupino, a scopo di autoconsumo, di mettera a coltura dei piccoli appezzamenti di terreno prima lasciati incolti e non rivendicati da nessuno è cosa che non solo non danneggia, ma che anzi presenta un’utilità sociale evidente.
A Vasto, com’è noto, l’associazione Vasto Libera sta conducendo ormai da due anni per proprio conto questo esperimento. Un privato (il presidente dell’Associazione, Carlo Centorami) ha spontaneamente offerto degli appezzamenti di 50 metri quadri circa di terreno, provvisti di tutti i requisiti del caso, a disposizione di chiunque volesse impiantarvi una sua piccola coltivazione. L’iniziativa sta riscuotendo un ottimo successo.
Crediamo che il Comune di Vasto, come –lo ripetiamo- già hanno fatto innumerevoli altre amministrazioni comunali sparse per tutta la penisola, potrebbe riprenderla e riproporla su scala maggiore. Nel patrimonio comunale non mancano certo i terreni incolti che, con poca o nessuna spesa per la pubblica amministrazione, potrebbero essere messi a disposizione dei cittadini interessati.
Chiediamo dunque un incontro con l’Assessore comunale al patrimonio Nicola Tiberio, per illustrare in ogni dettaglio la nostra proposta e per fornire ogni ulteriore integrazione in merito”.