“A piedi nudi, a testa alta”. Dopo le tensioni di ieri sera, questa mattina i lavoratori della ex Golden Lady sono tornati in massa davanti ai cancelli del capannone in Val Sinello, con una rinnovata unione d’intenti tra coloro che per lunghi mesi hanno vissuto situazioni differenti. Ora la partita è unica anche se “disputata” su due campi diversi. Se la vicenda New Trade è ormai su un binario morto, quella della Silda vive in queste ore fasi concitate. La presa di posizione dei lavoratori è netta: “Da qui non esce niente”, nonostante diversi tentativi da parte dell’azienda. “Vogliamo prima ricevere i nostri stipendi”.
Alle 10 i rappresentanti sindacali sono entrati negli uffici, chiamati dal funzionario dell’azienda e in contatto telefonico con Daniele Di Battista, titolare della Silda.Fuori l’attesa delle decine di persone che col passare del tempo sono arrivate al presidio. Dopo un paio d’ore i sindacalisti escono sul piazzale per comunicare quanto emerso dall’incontro. “Il titolare ci ha detto al telefono che si sta adoperando per rivisitare il piano industriale – ha spiegato Giuseppe Rucci –e che ci sarebbe un socio intenzionato ad entrare nel capitale. Ci ha detto che gli occorrono 60 giorni, ma prima ha da risolvere un problema, consegnare la campionatura a clienti esteri, per non perdere delle commesse. E per fare questo ha bisogno di far effettuare delle lavorazioni”. Sono notizie non accolte positivamente dai sindacalisti stessi, prima, e dai lavoratori, poi. La risposta data a Di Battista è stata chiara. “Vogliamo garanzie certe – ha spiegato Franco Zerra- e non di certo telefonicamente. Vogliamo un incontro in sede ministeriale. Intanto già da ieri sera i nostri legali stanno valutando la possibilità di chiedere un sequestro preventivo dei beni presenti nel capannone”.
L’agitazione tra i lavoratori è tanta, il presidio a oltranza va avanti gi da giorni. “E’ importante che siano tornati anche i lavoratori della New Trade –ha commentato Rucci -. Questa è una battaglia comune, per una riconversione che ha prodotto solo 4 posti di lavoro”.
Il colpo di scena c’è quando arriva il titolare della Mac Senion, azienda di Montecosaro che ha fornito i macchinari alla Silda. “Sono qui perché ho letto dei licenziamenti e sono venuto a verificare se le macchine sono ancora qui dentro e cosa sta accadendo”. E’ lui a dire, scatenando la rabbia dei lavoratori, che il pagamento delle macchine non è stato effettuato completamente. Poi, accompagnato dalle forze dell’ordine e da un rappresentante dell’azienda, può entrare nello stabilimento per verificare la situazione delle macchine che, secondo contratto, fino a quando non verranno pagate sono ancora sue.
Monta forte la rabbia delle persone che accolgono questa nuova notizia come un’ulteriore beffa. “Dobbiamo rafforzare il presidio – gridano i lavoratori”. Si compilano i fogli con i turni di vigilanza, ancora più nutriti. Alla ex Golden Lady la lotta va avanti.