Tre settimane fa il Vastese ha vissuto due giorni intensi con il 1° Air Show. Un’appuntamento che, al netto delle piccole problematiche dovute allo svolgimento di una manifestazione del genere per la prima volta, ha riscosso un notevole successo, con una partecipazione di spettatori stimata tra le 80mila e le 100mila unità. Una prima manifestazione a cui ne potrebbero seguire altre nei prossimi anni, se è vero che nella dicitura ufficiale c’è “1°”, quasi a voler indicare che ce ne saranno un secondo e così via. “Abbiamo ricevuto i complimenti da parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale – spiega Egidio Straccio, presidente dell’Aeroclub di Ancona – e non è cosa da poco. Magari le Frecce Tricolori non potranno tornare l’anno prossimo, magari . Vedremo”. Gli Aeroclub italiani sono quelli accreditati per organizzare manifestazioni del genere. Quello di Ancona è stato in campo a Vasto, coadiuvato da enti e organizzazioni locali per lo svolgimento dell’evento.
Straccio è da tanti anni alla guida dell’Aeroclub e ha organizzato tante manifestazioni. “A mio avviso quello di Vasto è stato l’Airshow più esaltante. Se dovessi fare paragoni, anche se le forze in campo erano differenti, penso a Senigallia, quando ho avuto la PAN, la pattuglia di Francia, e un Mig Croato, una partecipazione di altissimo livello. In Italia stiamo attraversando un momento particolare dal punto di vista sociale per cui già l’evento in se stesso potrebbe essere messo in dubbio come validità, perché in effetti è una festa. Ma io credo che il valore in un dato momento di determinati eventi, di una cultura aeronautica, di una formazione umana forte, di un lavoro di squadra come quello della pattuglia, non siano da sottovalutare. E’ stata un’esperienza esaltante per un altro motivo, perché era un territorio nuovo ad esperienze di questo tipo ed è stato splendido vedere come in città tutte le componenti abbiamo reagito in maniera splendida. Abbiamo avuto anche la vicinanza delle autorità a 360°, siano esse civili militari, organi di sicurezza dello Stato. Per me l’esperienza è positiva, auguro a qualsiasi presidente di Aeroclub di poter organizzare una prima manifestazione avendo un risultato di questo tipo”.
Qualche disagio non è mancato, come lo spostamento del centro della manifestazione verso sud, che ha allontanato lo spettacolo da Vasto. “Il trasferimento di circa 1 km del centro di manifestazione qualche problema l’ha creato, soprattutto di carattere commerciale, ma non si sarebbe potuto fare diversamente perché la sicurezza viaggia in primo luogo, per cui abbiamo accettato la decisione e l’abbiamo fatta nostra, come abbiamo fatta nostra l’estrema delicatezza dell’ambiente dunale in cui andavamo successivamente a stare e abbiamo fatto in modo che venissero utilizzate tutte le attenzioni possibili per evitare di andare a danneggiare quello che è un ambiente estremamente sensibile”.
Dario Da Roit, vastese d’adozione, è stato colui che l’estate scorsa ha avuto l’idea di poter organizzare l’Airshow, coinvolgendo poi Straccio e da lì tutti gli attori che sono stati in scena a giugno. “Quando sogni un qualcosa e piano piano si avvicina il momento si è felici ma aumentano anche le preoccupazioni. Io ho lavorato insieme ad Egidio per due mesi i n maniera importante, senza badare al tempo, per fare quello che avevo sempre sognato, portare nel paese dove io vivo, anche se da solo tre anni, qualcosa a cui sono molto legato, il volo. E’ stato per me sempre qualcosa di importante, ha sempre caratterizzato in questi anni la mia vita, ho sempre seguito non solo le Frecce ma tanti aerei. Questa grande voglia di fare ha spinto me a sopportare carichi di lavoro importanti, anche perchè di mestiere non organizzo Air Show. Devo dire grazie al presidente Straccio, era la mia prima manifestazione, ha sopportato momenti in cui per il mio carattere quando perdo la pazienza mi arrabbio”.
Le Frecce Tricolori hanno lasciato tutti a bocca aperta per la loro bravura e la spettacolarità delle evoluzioni. “Il nostro Paese sta attraversando un momento critico e ha bisogno di qualcosa in cui credere. Siamo arrivati ad un punto in cui non crediamo più a nulla, non sappiamo com’è l’oggi, come sarà il domani. Loro rappresentano quel domani, una realtà, quella italiana, che ha subito di tutto ma è sempre rimasta in piedi. Noi forse oggi ci aggrappiamo a loro perchè ci trasmettono l’energia e la voglia di confrontarsi tutti i giorni con questi problemi. Hanno questa grande capacità di addestrarsi, di essere uniti, un grande team. Noi, oltre che avere i brividi nel vedere la bandiera dovremmo cercare di capire il significato importante di lavorare tutti insieme per raggiungere un importante traguardo. L’Italia ha bisogno di lavorare tutta insieme per uscire da questa situazione brutta, critica, che stiamo attraversando.