Fino a qualche tempo i lavoratori che nel processo di riconversione della Golden Lady erano andati alla New Trade guardavano i loro colleghi che avevano scelto la Silda Invest con una sorta di invidia. Se nella metà di stabilimento che si occupava di riconversione di abiti usati le cose andavano a rotoli settimana dopo settimana, dalla parte del calzaturificio sembrava filare tutto liscio. Ma i problemi sono iniziati quando lo Stato ha deciso di non rifinanziare più la formazione on the job.
Così, con un problema dopo l’altro, si è arrivati al presidio di sabato scorso, quando lavoratori e sindacati hanno chiesto a gran voce un incontro con le istituzioni. Incontro che era già saltato a fine giugno, senza nessuna motivazione. E con la spada di Damocle del 15 luglio, giorno entro cui si deve decidere cosa fare per poter eventualmente usufruire di nuovo della mobilità, che pende sulle teste dei lavoratori.
L’incontro alla fine c’è stato ieri. Un vertice negli uffici dell’azienda in Val Sinello, al termine del quale, però, c’è stata la fumata nera, ossia nessuna soluzione efficace. “La situazione è preoccupante – commentava ieri sera Giuseppe Rucci, della Filctem-Cgil- e la tensione tra i lavoratori cresce di ora in ora”. Due gli aspetti toccati durante l’incontro-fiume di Gissi. Potrebbe esserci un escamotage burocratico per far slittare di qualche mese la deadline per il ritorno in mobilità. “Potrebbero non essere conteggiati i mesi della formazione on the job, cosa che allungherebbe il tempo per poter decidere”. Su questo aspetto si attendono per oggi le risposte dell’Inps, che sta verificando la fattibilità dell’operazione. “Ma questo non risolverebbe molto – dice Rucci-. Ci aspettavamo dall’azienda la presentazione di un nuovo piano industriale, cosa che non è avvenuta. La Silda si trova in difficoltà, non ha liquidità, tanto da non aver ancora liquidato ai lavoratori gli stipendi arretrati”.
E così questa mattina si torna in riunione, per cercare di arrivare ad una soluzione. Lo stato d’animo di chi si trova, suo malgrado, protagonista di questa lunga e spinosa vicenda, è orientato ad un pessimismo che cresce di ora in ora. Già sabato scorso era stata tirata in ballo la Golden Lady che, dopo la “fuga” in Serbia con le sua produzioni, ha lasciato i suoi ex dipendenti coinvolti in un vortice di eventi negativi. Oggi, forse, ci sarà qualche risposta per i lavoratori che attendono di sapere quale sarà il loro destino.