Da lunedì, a Vasto come in tutta Italia, gli avvocati saranno in sciopero fino al 16 luglio. Il motivo principale è la soppressione dei Tribunali minori. La speranza che la Corte costituzionale bocciasse la riforma Severino si è rivelata vana: La Consulta ha dichiarato che la revisione della geografia giudiziaria italiana non contrasta con la Costituzione e, quindi, non è illegittima.
Una mazzata per i comitati sorti per dire no alla chiusura dei palazzi di giustizia delle città non capoluogo di provincia. Il tempo stringe. A settembre la riforma diverrà operativa in tutta Italia, tranne che in Abruzzo, dove la proroga è stata concessa lo scorso anno causa terremoto del 2009 che ha reso inadeguate le sedi giudiziarie di L’Aquila e Chieti: l’emendamento Legnini prevede, infatti, un allungamento dei tempi fino al settembre 2015. Ma anche le sorti dei Tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona sembrano segnate. Sono destinati a chiudere i battenti due anni dopo gli altri 26 palazzi di giustizia depennati dal Governo Monti.
“Le speranze sono poche”, ammette Nicola Artese, presidente dell’Ordine degli avvocati di Vasto. “Con la sentenza del 2 luglio, la Corte ha ritenuto legittima la soppressione delle sedi giudiziarie minori. Ora dipende dalla politica. Il Governo attuale deve decidere se bloccare il taglio dei Tribunali”.
Sciopero, gli altri motivi – La protesta degli avvocati è stata indetta in tutto il Paese “contro il decreto del fare, che introduce la mediazione obbligatoria, aumentando i costi senza dare soluzioni concrete: oltre il 90% delle mediazioni non va a buon fine. Inoltre – spiega Artese – il contributo unificato per cause e processi è aumentato mediamente del 50% in tre anni”.