“Non ricordo niente di quello che è successo quel giorno”. Marco Del Vecchio lo ha detto al magistrato durante l’interrogatorio nel carcere di Torre Sinello. Era stato lui stesso a chiedere di essere ascoltato quando a Vasto le indagini sull’omicidio dei suoi genitori, Emidio Del Vecchio, 78 anni, e Adele Tumini, 75, volgono al termine.
Si attende solo la fissazione dell’udienza preliminare in cui il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio il 37enne, che rimane l’unico indiziato dell’assassinio avvenuto il 17 novembre scorso nella casa di via Anghella in cui viveva insieme al padre e alla madre, trafitti da 111 coltellate.
Assistito dal suo avvocato, Raffaele Giacomucci, l’indagato ha ripercorso le tappe della sua vita: “Ha raccontato la sua storia – dice il legale – da quando ha cominciato ad assumere stupefacenti al percorso di recupero affrontato in Emilia Romagna, nella comunità terapeutica fondata da Vincenzo Muccioli. Ha detto che quando uscì da quella struttura era guarito, voleva iniziare una nuova vita, incentrata sul lavoro. Poi ha fatto riferimento all’episodio del Tso, trattamento sanitario obbligatorio che gli fu praticato. Da quel momento, ricominciò ad assumere droga associata all’alcol. Beveva e consumava stupefacenti. Alla domanda su cosa abbia fatto quel 17 novembre ha risposto: Non mi ricordo niente“. Al mattino successivo “i carabinieri mi hanno trovato seduto a un bar e mi hanno arrestato, ma non capivo neanche il perché, perciò ho reagito“.
La Procura di Vasto ritiene conclusa l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Enrica Medori. Ora si attende la data dell’udienza preliminare in cui il gup deciderà se Marco Del Vecchio deve essere processato.