Le indagini non sono finite. Nuovo arresto per l’assalto al portavalori: in carcere è finito Antonio Patruno, 40 anni di Cerignola, sottoposto a fermo emesso dalla Procura di Vasto ed eseguito dai carabinieri della Compagnia di piazza Dalla Chiesa.
“Le investigazioni, dirette dai pubblici ministeri Enrica Medori e Giancarlo Ciani, hanno già permesso di assicurare alla giustizia Vincenzo Costantino, Simone Di Gregorio, Cono Surace nonché il sequestro della somma complessiva di circa 270mila euro, alcuni fucili a pompa, due kalashnikov e vario munizionamento utilizzati dai malavitosi per il violento assalto”, ricorda il procuratore capo, Francesco Prete.
Così il magistrato ricostruisce il blitz dei militari: “L’ultimo atto restrittivo è scaturito nella giornata di ieri; infatti, il Nucleo operativo dei carabinieri di Vasto eseguiva il decreto di fermo emesso da questa Procura a carico di Antonio Patruno di Cerignola, 40 anni, ritenuto uno degli esecutori materiali della rapina. I carabinieri di Vasto, in collaborazione con quelli di Cerignola, nella tarda serata di ieri, dopo molte ore di appostamento nei pressi della sua abitazione, hanno tratto in arresto Patruno, il quale, alla vista dei militari, tentava la fuga, ma veniva bloccato dai carabinieri.
Successivamente il Patruno veniva associato presso la casa circondariale di Foggia a disposizione di questa autorità giudiziaria. Il fermo è stato disposto in quanto le investigazioni, che già fornivano un quadro probatorio solido, venivano suffragate da specifici accertamenti tecnici eseguiti presso il Ris carabinieri di Roma sulle tracce genetiche rinvenute su un fucile e compatibili con quello del Patruno.
Le indagini – spiega Prete – continuano alla ricerca di ulteriori elementi. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di concorso in tentato omicidio aggravato, rapina, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e parti di essa, ricettazione, incendio doloso“.
La rapina – Il commando era entrato in azione alle 8 del mattino accerchiando sulla corsia meridionale dell’A14 il furgone blindato dell’istituto di vigilanza Aquila di Ortona. Dopo aver disseminato sull’asfalto centinaia di chiodi a cinque punte e costretto il conducente del mezzo a fermarsi, i banditi avevano fatto scendere le guardie giurate e poi avevano aperto con delle seghe circolari il tettuccio del portavalori, prelevando i 270mila euro e i 3mila franchi svizzeri.
Nella fuga avevano bruciato le auto utilizzate per assaltare il blindato e, una volta scavalcata la recinzione dell’autostrada, avevano preso altre vetture rifugiandosi temporaneamente in un garage di San Salvo (dove è stata trovata parte della refurtiva) e poi fuggendo a tutta velocità su auto e furgone verso il meridione. Nel giro di poche ore, i carabinieri avevano arrestato Costantino nelle campagne di Trivento e Di Gregorio a San Salvo dove, nei giorni successivi, era scattato anche l’arresto di Surace.