Sarà necessaria una perizia per stabilire se, al momento dei fatti che le vengono contestati, era capace d’intendere e di volere S.D.E., la 37enne accusata di abbandono di minorenne. Lo ha stabilito il giudice del Tribunale di Vasto, Michelina Iannetta, aggiornando l’udienza al 27 gennaio 2014, quando il magistrato nominerà il consulente che dovrà accertare lo stato psichico della donna all’epoca dei fatti.
La storia inizia nel 2011. La donna soffre di un disagio psicologico legato alla separazione dal marito. Su segnalazione di terze persone, i Servizi sociali di Vasto si occupano del caso, inviando un informativa al Tribunale dei minori dell’Aquila e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vasto.
I giudici aquilani emettono il primo provvedimento: la bimba, che al momento dei fatti ha sei anni, viene affidata alla struttura Genova Rulli, gestita dalle suore.
Ora i giudici del capoluogo hanno stabilito l’adottabilità della bimba.
La madre rischia di vedersi togliere definitivamente la potestà genitoriale sulla figlioletta. “E’ accusata di non essere in grado di crescere la bambina perché la donna ha avuto problemi psicologici a seguito della separazione dal marito”, ha affermato Gianni Menna, avvocato della trentasettenne, secondo cui “non c’è mai stato distacco tra madre e figlia. La bimba non è mai stata abbandonata, né moralmente, né materialmente”.
Diverso è stato l’orientamento del Tribunale dei minorenni. Agli inizi del prossimo anno la delicata questione passerà al vaglio di un esperto nominato dalla magistratura vastese.