Sono giovani, spesso laureati. Se ne vanno da Vasto, San Salvo e dai paesi del Vastese perché qui non hanno possibilità di lavoro. Ci hanno provato a cercare un impiego da queste parti, ma hanno trovato la strada sbarrata dalla crisi. Se già prima del quinquennio nero per chi aveva raggiunto i livelli più alti dello studio era difficile trovare occupazione nel Vastese, ora il problema è ancora più ampio, coinvolge tutti i settori e ogni genere di lavoro. E, sempre più spesso, riguarda anche i loro genitori.
I nuovi emigranti sono tanti. Il dato ufficiale dei Servizi demografici del Comune di Vasto dice che sono aumentati, e non di poco, negli ultimi due anni i vastesi iscritti all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero): il dato aggiornato a ieri indica che sono 4mila 296. Nel 2011 erano circa 3mila 500. All’Aire si iscrivono gli italiani che risiedono all’estero, ma vogliono mantenere un legame con l’Italia e con la loro città, conservando il diritto di voto alle elezioni politiche e amministrative.
Ma il dato può essere solo parziale, visto che non tiene conto di tutti quei ragazzi che, dall’inizio del 2013, anno peggiore della crisi economica, sono partiti verso i Paesi europei (Inghilterra in testa) o verso l’Australia, la terra promessa dei loro nonni.
E così una città in cui il numero dei residenti negli ultimi vent’anni è aumentato di 10mila unità (dai 31mila 234 del 1992 ai 41mila 228 del 26 giugno 2013, cui vanno aggiunti i 4mila 296 vastesi residenti all’estero e iscritti all’Aire) in realtà si va prograssivamente spopolando, perdendo una fetta importante della forza lavoro: quella compresa tra i 25 e i 35 anni. Difficile, invece, calcolare con certezza quanti risultino residenti a Vasto, ma vivano per buona parte dell’anno in altre località italiane per motivi di studio o di lavoro.
Sono più i vastesi residenti all’estero rispetto agli stranieri che si trasferiscono a Vasto: attualmente gli immigrati sono 2mila 399, 1480 dei quali provenienti dagli Stati dell’Unione europea, gli altri 919 dai Paesi estraeuropei.