Enea Menna, 28enne vastese, da oltre 6 mesi vive e lavora in Australia, e fa parte di quella schiera di residenti che nell’ultimo anno ha lasciato la nostra città per mancanza di lavoro, per realizzare i propri sogni, ma anche semplicemente per fare un’esperienza all’estero, contribuendo ad incrementare il numero di coloro che vengono definiti i “nuovi emigranti”.
Come mai hai deciso di andare a lavorare all’estero?
Spinto dalla partenza di alcuni amici, mi sono guardato dentro e mi sono chiesto: ‘28 anni, cosa ti piace, cosa vorresti fare che non hai mai fatto, cosa ti manca? Forse è arrivato il momento di partire e di scoprire nuove terre, nuove culture, avere nuovi stimoli e nuove emozioni, scoprire e riscoprire se stessi’. Questi sono stati i principali motivi che mi hanno spinto ad intraprendere questo viaggio.
Di cosa ti occupi in Australia?
Vivo in un paesino ad un centinaio di chilometri da Perth. Sono con un amico siciliano conosciuto qui, viviamo nel bel mezzo di un bosco e lavoriamo nella farm, piantiamo e raccogliamo vegetali. Facendo questo lavoro per tre mesi si ha la possibilità di prolungare di un altro anno la permanenza in Australia, così da poterla girare ed esplorare. Il lavoro è abbastanza duro, ma la bellezza e la pace che regna intorno a noi, rende quest’esperienza davvero magica ed unica.
Come hai trovato lavoro?
Tramite un signore abruzzese, qui è tutto diverso, rapido e più semplice, ad esempio quando ti rechi in banca ti accolgono delle ragazze che scrivono su un foglio il tuo nome e cognome e la tua richiesta, ti fanno accomodare nello sportello che ti indicano. Fai tutto in cinque minuti, tutti rispettano le file in qualunque posto senza mai lamentarsi, è tutto velocissimo ovunque.
E’ un esperienza che consigli? Quali sono i lati positivi?
Più che consigliare di venire in Australia, consiglio a chiunque ne sentisse il bisogno, di partire, senza pensarci due volte. La vita non è lunghissima e a volte imprevedibile, quindi vale la pena di essere vissuta, attimo dopo attimo senza nessun rimpianto. Per quanto riguarda questa parte dell’Australia si sta veramente bene e se si viene con un buon inglese le prospettive di lavoro sono davvero tantissime. La cosa che subito ti colpisce è la cordialità con cui ti accolgono, in qualunque ufficio e in qualunque posto, dall’autobus in banca, sia se sei in giacca e cravatta, sia se sei scalzo e con i dreadlocks. Tutti disponibilissimi ad ascoltare ogni tua esigenza e pronti a salutarti con un sorriso, sempre. Sei una persona in primis, e da questo abbiamo molto da imparare.
Che reputazione hanno gli italiani da quelle parti?
Questa parte dell’Australia è giovanissima, ha meno di 200 anni. Qui quasi tutto quello che c’è è stato costruito o portato soprattutto dagli italiani, dalle case ai migliori ristoranti, prima qui non c’era nulla, era tutto bosco. Gli italiani hanno davvero portato cultura e insegnamenti, anche perchè l’Italia è il fulcro di tutto il mondo, dall’arte alla cucina. La nuova generazione per questo è un po’ ostile con noi, ma solo al primo impatto, penso sia normale, poi quando ti conoscono è tutto tranquillo, ma non è una cosa accentuata come in Europa. Siamo considerati grandi lavoratori grazie agli italiani venuti prima di noi. Tutto sommato godiamo di buona reputazione, soprattutto le generazioni più grandi.
Cosa ti manca maggiormente di Vasto?
Di Vasto mi manca tutto, ogni piccola cosa, perchè Vasto è un paese straordinariamente bello e affascinante. In questo periodo, la cosa che più mi mancherà è Punta Penna, la capannina sulla spiaggia con tutti i suoi “residenti” che saluto con un caloroso e fraterno abbraccio. Mi manca scendere da casa ed entrare in ogni negozio del mio quartiere e salutare tutti, come ogni giorno; mi manca suonare 100 volte il clacson della macchina per salutare i tanti amici; mi manca sedermi sulla panchina di San Nicola e guardare il mare, suonando la chitarra. Mi mancano mia madre, i miei fratelli e la mia sorellina, mio padre un po’ di meno…scherzo, la famiglia, gli amici e l’inconfondibile sapore dell’aria che Vasto ha, un sapore dentro me indelebile, il sapore della mia Vasto. Mi mancano perfino i vigili urbani, miei amici affezionatissimi degli ultimi anni, che saluto. Insomma, mi manca tanto Vasto.
Cosa c’è a Vasto che non c’è in Australia?
Sicuramente Le Chicche di Menna, non si trovano da queste parti dei ravioli alla borragine così buoni. Vasto ha tutto, forse ha solo bisogno di più positività.
Tornerai a vivere nella tua città?
Tornerò sicuramente, ma solo quando mi sentirò pronto e dopo aver soddisfatto tutti i miei obiettivi. Il mondo ha bisogno di noi, come noi del mondo. Credo che questo sarà l’inizio di un lungo viaggio, ma tornerò anche per finire la specialistica dell’università e ripartire con il visto del secondo anno preso grazie al lavoro in farm. Anche se mi piacerebbe andare in India, zaino in spalla per tutta l’Himalaya, poi andare in Sud America, vedremo. Nel frattempo mando un abbraccio a tutti, one love!