Lasciano con una motivazione pesante. Tommaso Dell’Oso, Domenico Melchiorre e Pietro Raffaello Marino si sono dimessi da consiglieri delegati del consorzio di bonifica Sud di Vasto a causa “della sostanziale impossibilità di amministrare l’ente, la cui gestione è sempre stata caratterizzata da azioni personali, in spregio al principio democratico che dovrebbe sottostare all’agire del consorzio”, scrivono in una lettera apera inviata al prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, all’assessore regionale all’Agricoltura, Mauro Febbo, ai componenti del consiglio dei delegati al presidente del collegio dei revisori dei conti, ai sindacati del settore agricolo e al prtesidente del consorzio di bonifica, Fabrizio Marchetti.
“Le dimissioni – si legge nel documento – erano state rese nella speranza che le stesse potessero provocare un nuovo confronto ed una nuova discussione rispetto alla stagnante situazione venutasi a creare. Ciononostante, nessuna concreta ed effettiva risposta è giunta dai vertici del consorzio ed, in particolare, dal presidente, che avrebbero quantomeno dovuto provvedere (mediante convocazione del consiglio dei delegati) alla nostra sostituzione, imposta dall’articolo 40 dello Statuto consortile”.
Secondo Dell’Oso, Melchiorre e Marino, “ancora oggi si continua, da un lato, ad assumere decisioni rilevanti in violazione della necessaria collegialità e, dall’altro, a rimanere del tutto inoperanti rispetto a progetti ed opportunità”. I delegati dissidenti “tornano ad auspicare che si provveda alla più volte richiesta convocazione del consiglio dei delegati, onde poter avviare un confronto serio che possa condurre ad una concreta, progressiva e costruttiva gestione consortile, ridando serenità al personale dipendente, oggi senza stipendio, e certezza del servizio nei confronti degli utenti che, con i loro canoni contributivi, assicurano una valida base finanziaria per il funzionamento dell’ente”.
Nel mirino di Dell’Oso, Melchiorre e Marino finisce la presidenza del consorzio di bonifica. I tre dimissionari chiedono che i destinatari della lettera “intervengano, per quanto di loro competenza, affinché la situazione sopra descritta trovi immediata e concreta soluzione”.