Da C.V., a nome di un gruppo di lavoratori della Pilkington, riceviamo e pubblichiamo:
Il risultato del referendum svoltosi la scorsa settimana nella Pilkington è un chiaro segnale delle difficoltà tra i lavoratori e il sindacato. Certo ha vinto il sì all’accordo, con oltre il 65% ma non poteva essere altrimenti, al seggio erano presenti solo i favorevoli, non c’era nessuno che sostenesse il no!
Non ci permettiamo di insinuare che il voto non sia stato regolare, probabilmente però la presenza dei contrari all’accordo avrebbe legittimano ancor di più il risultato. Il dato più interessante, altre alla percentuale dei no (32%) sono la numerosa astensione, il 45% dei lavoratori ha scelto di non votare.
Il dato è ancor più clamoroso se teniamo conto che si è mossa anche la società, a buon diritto, facendo andare a votare dipendenti che mai hanno partecipato a una assemblea e mai si sono occupati degli eventi sindacali. Avranno riscoperto la passione e l’impegno sindacale? Qualche dubbio resta!
Nelle assemblee della scorsa settimana, nessuno è intervenuto, come se tutti fossero rassegnati, un dato che deve far riflettere il sindacato sulle scelte fatte. Continuiamo a dire che l’accordo non è il migliore possibile, i diritti sono monetizzati, i risultati non arriveranno, e i lavoratori non prenderanno nessun soldo in più in busta paga.
Come si dice il tempo è galantuomo, tra un anno i lavoratori si renderanno conto che ancora una volta sono stati presi per i fondelli. Tra un anno però, si rinnovano anche i delegati sindacali, è l’occasione per mandarli tutti a casa!