“Un eventuale nuovo rinvio sarebbe inaccettabile e rappresenterebbe un segnale deprimente per le istituzioni”. Il Wwf spinge sull’acceleratore: il perimetro del futuro Parco nazionale della Costa teatina va deciso al più presto per evitare la deriva petrolifera cui l’Abruzzo sta andando incontro.
“Ormai sono passati 12 anni dalla formale costituzione e ancora più tempo dall’inserimento nell’elenco delle zone destinate a Parco nazionale di questo tratto di costa da parte del Parlamento”, sottolinea l’organizzazione ambientalista. “L’area protetta però non è mai nata per la mancata perimetrazione, a causa soprattutto della miope ostinazione di pochi oppositori che ricoprono ruoli istituzionali da cui hanno sequestrato il futuro del parco. Anche la minaccia di commissariamento contenuta in una norma dello Stato, non ha risolto il problema perché, a 7 giorni dalla scadenza dell’ultimatum, ora prevista per il 30 giugno, continua il rimpallo delle responsabilità. Evidentemente i precedenti rinvii si sono trasformati nel solito malcostume italico teso a sperare in una deroga infinita in barba alla volontà dei cittadini.
Per domani il sottosegretario Legnini ha convocato una riunione con tutti gli eletti abruzzesi alla Camera e al Senato per discutere il da farsi. Il Wwf ritiene che la scelta per i parlamentari che hanno a cuore il futuro del loro territorio sia obbligata: far si che il Ministero dell’Ambiente proceda con la nomina di un commissario e premere perché questo commissario abbia precisi termini temporali, non dilatori, per deliberare finalmente sulla perimetrazione, sentiti i Comuni interessati”.
“L’ennesima norma di rinvio sarebbe uno schiaffo per le decine di migliaia di persone che hanno sfilato a Pescara contro il progetto Ombrina e a favore di un futuro di tutela per la Costa teatina. La vergogna del mancato rispetto di una norma di legge deve finire”, tuona Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Abruzzo. “Le istituzioni locali, in particolare la Regione, hanno avuto tutto il tempo per esprimersi e non lo hanno fatto. Non si può pensare che le decisioni si possano prendere sempre e soltanto all’unanimità, né che uno o due Comuni possano avere nei fatti “potere di veto” sulle politiche nazionali di conservazione della Natura. Sottolineo in ogni caso che tutti i comuni della costa dei trabocchi sono comunque favorevoli a una politica di sviluppo del territorio diversa da quella del distretto minerario e lo hanno dimostrato sfilando compatti il 13 aprile a Pescara.
Anche per questo è ormai tempo di decidere: una nuova proroga alla scadenza del 30 giugno per il commissariamento è per noi semplicemente inimmaginabile. Sarebbe una vera e propria resa delle istituzioni e un segno di irresponsabilità. Si nomini, quindi, come Commissario una persona di grande spessore, garante di una perimetrazione corretta sotto il profilo ambientale e paesaggistico.
Il Wwf, assieme alle altre associazioni, da anni ha avanzato una sua proposta; il Ministero ha dato proprie indicazioni di massima bocciando l’assurdo parco a isole proposto dalla Regione; diversi Comuni hanno deliberato indicando confini: c’è già materiale sul quale lavorare e in poche settimane si può cogliere il risultato e far uscire Parco da un limbo nel quale assurdamente è stato tenuto per dodici anni con un danno anche economico immenso (si pensi anche soltanto ai contributi annuali stanziati e mai utilizzati), un danno che l’Abruzzo non vuole e non può più permettersi”.