“Marò liberi” è questo il testo dello striscione affisso a Vasto dai militanti dell’associazione di promozione sociale CasaPound Italia, in riferimento alla vicenda dei nostri fucilieri di marina prigionieri da ormai due anni in India, con ingiuste accuse e dimenticati dal governo italiano.
“Nel giorno in cui una Vasto colma di tricolori per l’evento celebra l’italianità con l’esibizione della pattuglia acrobatica dell’aeronautica, che disegnerà la nostra bandiera nel cielo della nostra città, abbiamo voluto riportare l’attenzione sulla vicenda di due nostri soldati, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che sono da ormai due anni detenuti in India perché arbitrariamente accusati di essere responsabili della morte di due pescatori di quel paese. Questo per ricordare che l’amore per la patria è un sentimento che deve essere coltivato non esclusivamente in occasione di celebrazioni particolari, ma deve portarci ad azioni consequenziali, come mobilitarsi per il riscatto della dignità della nostra nazione calpestata per l’indegnità della nostra classe politica a tutelarla, tanto da abbandonare al proprio destino uomini che hanno giurato di difendere con la vita la nostra nazione”. Così in una nota Andrea Ciarallo, responsabile vastese CPI.
“A dispetto del fatto che l’episodio contestato sia avvenuto in acque internazionali, non sottoposte alla giurisdizione indiana – continua Ciarallo – e nonostante la presenza chiarissimi indizi che scagionano i nostri soldati, il governo indiano ha infatti voluto mettere in atto una prova di forza diplomatica per rafforzare la sua immagine, scegliendo proprio l’Italia come bersaglio. In tutta questa vicenda il comportamento dei nostri governanti è stato esecrabile: non solo non sono stati intrapresi i necessari passi diplomatici per arrivare alla liberazione dei nostri marò, ma si è scelto addirittura di rimandare i nostri soldati, tornati in patria per un breve periodo, in India ad affrontare un processo illegittimo ed ingiusto, capitolando di fronte alla decisione delle autorità indiane di sequestrare di fatto il nostro ambasciatore, altro atto gravissimo e contrario alle norme internazionali compiuto ai nostri danni”.
“Al fine di veder riscattato l’onore della nostra nazione – conclude il responsabile vastese di CPI – e di veder finalmente liberi i nostri Marò, chiediamo che i nostri governanti intraprendano azioni incisive che permettano di arrivare ad una soluzione positiva della vicenda arrivando se necessario, in caso di condanna, ad un’operazione di intelligence per il loro recupero dalle prigioni indiane. Chiediamo altresì che Mario Monti, primo ministro durante la crisi dei Marò, perda la propria qualifica di senatore a vita per manifesta indegnità a ricoprire un ruolo che presuppone la difesa degli interessi e del prestigio della nostra nazione, ruolo che Monti con la sua condotta non ha minimamente onorato”.
CasaPound
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