Il territorio vive ore di apprensione per il caso-Laterlite. L’azienda proprietaria della cava di argilla a Lentella ha ricevuto il no della commissione Via (Valutazione impatto ambientale) della regione Abruzzo all’apertura di una nuova cava. Con questa decisione l’azienda si vede costretta alla chiusura, perchè manca la materia prima. “Abbiamo quasi finito la materia prima, quindi da oggi la razioneremo per ridurre i giorni di produzione. Siamo inoltre costretti a razionare anche il prodotto finito”, ha spiegato uno dei presidenti, Corrado Beldì.
L’azienda aveva già espresso nei giorni scorsi la sua perplessità riguardo la decisione della commissione Via. La preoccupazione maggiore è per i lavoratori che rischiano di rimanere senza occupazione. Sono 46 le persone assunte dalla Laterlite, più 20 che lavorano nelle ditte esterne. Inoltre ci sono centinaia di persone nell’indotto.
I sindacati, dopo aver incontrato azienda, lavoratori e istituzioni hanno fatto fronte comune. Dopo l’assemblea di ieri, le segreterie provinciali di Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil hanno diramato una nota comune. “Questa comunicazione mette a repentaglio oltre 70 famiglie, che si sostengono da circa 40 anni grazie a questa azienda – commentano i segretari Gianfranco Reale, Lamberto Vespasiano e Arnaldo Schioppa -. Da oggi il futuro diventa meno certo se non si trovano a breve delle soluzioni condivise e non strumentali atte a far tornare sui propri passi chi in maniera piuttosto maldestra ha deciso di bloccare un’azienda che negli anni ha continuato ad investire sul territorio, creando occupazione e ricchezza”.
L’auspicio, espresso anche dall’azienda e dagli amministratori lentellesi è quello di un ritorno su propri passi da parte della commissione VIA, con l’indicazione di possibili soluzioni che, come ha ricordato Beldì nei giorni scorsi, “tutelino l’ambiente ed il lavoro”. C’è fermento tra i lavoratori, che entreranno in cassa integrazione senza avere certezze sul loro futuro. Dai sindacati l’appello ad una protesta che rimanga entro i confini della civiltà. “Nella drammaticità della situazione, non bisogna cadere nei soliti luoghi comuni incitando i lavoratori ad azioni insensate. Se azioni dovranno essere messe in campo saranno il frutto di un’attenta valutazione delle parti sociali che di fatto hanno già costruito un fronte comune per una rapida ed efficace soluzione della partita”.
La solidarietà del territorio. Sulla vicenda è intervenuto anche Angelo Pollutri, sindaco di Cupello, che ha espresso la sua solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dello stabilimento, augurandosi che “il Vastese possa essere salvato da questa onda negativa ambiental – populista“. Il primo cittadino spiega come, a suo avviso, si stia “espandendo a macchia d’olio in Abruzzo, un processo culturale del no assoluto ad ogni forma di progresso industriale ed occupazionale, che sta determinando la chiusura di diverse aziende.
Della tutela dell’ambiente e della salute pubblica, di cui anch’io sono un sostenitore – prosegue Pollutri- si sta deragliando verso un condizionamento culturale nei confronti di organi di valutazione per la tutela dell’ambiente tale che essi vivono i controlli ambientali condizionati dalla gogna mediatica e da strumentalizzatori dell’opinione pubblica.
La vicenda Laterlite – conclude Pollutri- è l’ennesimo schiaffo ad un territorio che va man mano esaurendo le proprie potenzialità di sviluppo e nessuno reagisce, chi di dovere resta in ossequioso silenzio, e non entra nel merito delle questioni, ma sentenzia in nome e per conto della tutela della salute pubblica, la distruzione dei territori e non la salvaguardia”.