A distanza di sei anni dal via libera espresso da quasi tutto il Consiglio comunale di Vasto, nel centrosinistra permangono le divisioni sull’ampliamento del porto di Punta Penna. Ieri ha fatto un importante passo avanti il progetto di raddoppio dello scalo marittimo: il consiglio superiore dei lavori pubblici ha, infatti, espresso parere favorevole, anche se con prescrizioni, ossia ordinando delle modifiche. Per costruire un secondo bacino in continuità con quello esistente serviranno, però, 145 milioni di euro.
Rifondazione comunista ribadisce il suo no, mentre il Pd commenta positivamente la nuova tappa dell’iter.
La posizione del Pd – “Il Partito democratico di Vasto esprime grande soddisfazione per l’approvazione, nella giornata di ieri, del Prg portuale, da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”, si legge in una nota della segreteria del Pd e del capogruppo in Consiglio comunale, Francesco Menna.
“Tale importante traguardo é a compimento di un percorso di cui l’amministrazione Lapenna si è fatta promotrice fin dall’inizio del primo mandato, e che ha visto la fondamentale sinergia del Consorzio Industriale, delle amministrazioni regionale e provinciale, e delle autorità portuali.
Il Pd, nel corso degli anni, si è particolarmente distinto per un impegno volto a promuovere il porto di Punta Penna quale volano fondamentale per lo sviluppo economico delle realtà produttive del Vastese e del Sangro.
Forte é, dunque, la convinzione che l’approvazione di questo strumento di pianificazione costituisca una risposta importante alla gravi crisi che attanaglia il nostro territorio, centro di un distretto produttivo che assicura migliaia di posti di lavoro.
Il Pd di Vasto rivolge, infine, un appello all’intero Consiglio Regionale, ed in particolare ai rappresentanti locali, affinché si garantiscano tempi brevi per l’approvazione definitiva del Prg e si soddisfino, così, le attese di quanti ne individuano una concreta opportunità di rilancio e sviluppo”.
La posizione di Rifondazione comunista – “Questo parere, al contrario di quanto sostiene chi la dà per certa e imminente, non rappresenta la conclusione dell’iter di approvazione del nuovo Prp ma ne rappresenta soltanto uno dei passaggi. Non conosciamo ancora le prescrizioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma già che abbia chiesto delle modifiche al progetto anni e anni dopo la sua redazione da parte della Modimar e l’avvio dell’iter autorizzativo, dimostra che le perplessità e le obiezioni sollevate in questi anni sono state tutt’altro che inopportune o meramente ideologiche, come sostenuto dai fautori dell’opera.
Il Circolo di Vasto Sante Petrocelli del Partito della Rifondazione Comunista torna a ribadire il suo netto no a quest’opera e continuerà a portare avanti tale linea politica. Un Piano di tale portata (economica, ambientale, sociale) avrebbe necessitato, come abbiamo già chiesto sin dal 6 Novembre 2007 in occasione della discussione in Consiglio Comunale (quando chiedemmo il rinvio del punto all’ordine del giorno della seduta), una reale partecipazione e condivisione delle scelte (anche con la cittadinanza) nell’ottica di perseguire una crescita della nostra città armonica e che coincida con l’interesse della comunità vastese, ancor più importante considerando che il Porto di Vasto è inserito in un contesto ambientale ed archeologico di pregio nazionale facente parte tra l’altro delle aree che la Regione ha individuato per la realizzazione del Parco della Costa Teatina.
Tutto ciò invece, in questi anni, non è accaduto e si è continuato a voler calare dall’alto un progetto dai dubbi e incerti benefici per alcuni settori economici ma dalle certissime e gravi ripercussioni negative sull’ambiente e sul territorio. Una scelta ancora più grave nel perdurare di una gravissima crisi economica in nome della quale vengono chiusi ospedali, ridotte le pensioni e tagliati tutti i servizi sociali e culturali da parte delle istituzioni. Per il raddoppio del porto di Punta Penna saranno necessari almeno 150 milioni di euro. Ammesso che tale somma sia disponibile, saranno somme che verranno tolte ai lavoratori e ai cittadini e che non potranno più essere impegnate per la difesa del lavoro (di cui il Vastese avrebbe drammaticamente bisogno), per la salute, per tutti i servizi sociali e culturali e per la manutenzione delle infrastrutture esistenti (basti pensare al penoso stato di moltissime strade della nostra Provincia)”.