La New Trade non si è presentata. Attorno al tavolo di confronto convocato ieri presso il Ministero dello Sviluppo economico non c’era neanche un rappresentante della società tessile che si era impegnata a rilevare parte della ex Golden Lady di Gissi. E così, 75 operai rimangono nell’incertezza sul loro futuro, mentre l’altra azienda, la Silda Invest, “conferma la volontà di andare avanti e di non scendere sotto la soglia del 160 lavoratori”, spiegano Giuseppe Rucci e Arnaldo Schioppa, segretari provinciali di Filctem Cgil e Uilcem Uil.
Rimane a metà la riconversione dello stabilimento che in Val Sinello produceva calze da donna. Nell’incontro al Ministero si è tenuto “un incontro – spiegano i due sindacalisti – per affrontare le difficoltà e i ritardi nel processo di riconversione della fabbrica”, con il conseguente riassorbimento della forza lavoro.
L’azienda è stata venduta per la maggior parte alla Silda Invest, che opera nel settore calzaturiero. Questa azienda “conferma la volontà di andare avanti e di non scendere sotto la soglia dei 160 lavoratori”.
Mentre la New Trade, che avrebbe dovuto riparare a Gissi vestiti usati per rivenderli nei mercati dell’Est europeo e in quelli del vintage, “non si è neanche presentata al confronto, un atteggiamento che ha irritato, e non poco, i presenti. La Golden Lady e la Wollo“, la società torinese che si occupa di trovare acquirenti per le imprese in crisi, “si sono impegnate a cercare un’alternativa. Nel frattempo – spiegano Rucci e Schioppa – abbiamo chiesto che il Ministero si faccia carico della 10 persone che avevano iniziato a lavorare per la New Trade e ora sono ferme, rischiando di perdere la mobilità. Se entro il 10 ottobre, a un anno dall’inizio della riconversione, non si troverà un’altra soluzione, dovranno poter usufruire della mobilità”.