Saranno gli esperti del Ris a chiarire se sono gli indagati i responsabili dell’assalto al portavalori avvenuto il 14 dicembre 2012 sul tratto vastese dell’autostrada A14. Tracce di sangue trovate sulle auto utilizzate nella fuga e saliva rinvenuta sui mozziconi di sigaretta: da questi elementi biologici i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Roma sono partiti per giungere ai risultati che a breve verranno messi a disposizione del giudice monocratico, Anna Rosa Capuozzo, nell’ambito del processo con rito immediato che si svolge presso il palazzo di giustizia di Vasto.
Quel 14 dicembre il tratto vastese dell’A14 è stato messo a ferro e fuoco alle 8 del mattino, quando la banda armata di kalashnikov ha crivellato di colpi il furgone portavalori della società Aquila di Ortona, dissminando l’asfalto di chiodi a cinque punte.
Costrette a fermare il blindato e a scendere, le guardie giurate sono state disarmate dai rapinatori che, con le seghe circolari, hanno aperto il tettuccio del blindato come una scatona di tonno e prelevato 600mila euro e 3mila franchi svizzeri. Ma qualcosa è andato storto durante la precipitosa fuga verso il meridione, cominciata dopo la sosta di parte del commando in un garage di San Salvo.
Polizia e carabinieri sono riusciti a recuperare 250mila euro e alcune armi. I militari hanno eseguito due arresti nelle ore immediatamente successive, mentre il terzo è scattato a distanza di pochi giorni. Gli indagati, in tutto, sono 19. Il 2 luglio l’udienza in Tribunale.