Gilberto Borroni, da 11 anni nel settore, si è occupato dei lavori del campo in sintetico di Cupello per Italgreen azienda che ha realizzato il manto in erba artificiale dello stadio Piola di Novara, primo in Serie A, oltre a quelli dei centri sportivi di Lecce, Manchester City e Udinese.
Oggi è passato a Limonta, altra azienda italiana leader, che ha realizzato sia il campo dello stadio Manuzzi di Cesena, che quelli di allenamento, tra i tanti, di Milanello, Bruges, Ajax e Atletico Madrid. Entrambe le aziende hanno la loro sede nella bergamasca.
Borroni nella sua carriera ha seguito i lavori di circa 80 campi di calcio in sintetico, dei quali cinque nella zona di Pescara. Un esperto con cui affrontare meglio il tema.
Quali sono i primi passi da compiere per avere una struttura in sintetico?
Dipende se si tratta di un privato o di un Comune. Per il primo caso non c’è molto da dire, procede come meglio crede di tasca propria, il secondo invece può seguire diverse strade. La prima è la ricerca di mercato tra le aziende nel settore, in modo da potersi fare un’idea della soluzione migliore per il proprio progetto, dei tempi e soprattutto dei costi. Viene presentato un capitolato dettagliato, le aziende devono rispondere della spesa del manto e del sottofondo.
Ma non è l’unica possibilità.
No, è possibile fare un progetto di massima e chi partecipa fa una proposta tecnica migliorativa. Il Comune fornisce le indicazioni e l’azienda cerca di proporre il meglio per prezzo e qualità. Chi raggiunge i punteggi migliori si aggiudica la gara. In questo modo si ha sempre la proposta migliore al primo posto. In alcuni casi invece c’è il rischio che possa vincere il bando un’azienda che non è specializzata. Questo perchè non esiste una categoria di lavoro apposita per l’erba sintetica, potrebbe aggiudicarsi un bando anche chi realizza infissi e finestre, pur non essendo il loro mestiere.
Poi si passa alla raccolta dei fondi.
Questa, con un bando, può essere fatta con tecniche diverse, le possibilità sono tante, una è quella del Comune di San Salvo, dove il Comune elargisce un contributo annuale a chi si aggiudica i lavori. Oppure c’è la compartecipazione, una quota del Comune e una del privato, ad esempio il 70% l’uno e il 30% l’altro. In seguito si può decidere di dare in gestione, ma 10 anni sono pochi, devono essere almeno 13, la gestione dovrebbe essere pari alla durata, tipo 10+10 o, ancora meglio, 13+13.
Qual è la forma di pagamento migliore?
Il leasing in comodato d’uso è la più usata, la società riceve un contributo che poi restituisce al Comune. Questa formula non incide sul patto di stabilità dei Comuni, poi l’amministrazione riscatta tutto quando l’intera somma è stata pagata.
Quali sono le possibilità per una città come Vasto?
Bisogna capire la situazione delle società sportive cittadine, l’amministrazione deve fare la sua parte, oltre che decidere luogo e struttura, deve investire, ma da soli non conviene procedere, è una somma importante, per avere un ritorno su certe cifre con l’affitto alle società e tutto il resto, ci vuole tempo. Conosco lo stadio Aragona, ha un impianto di illuminazione dai costi esorbitanti, bisogna fare qualcosa per azzerare o almeno ridurre queste spese, ad esempio utilizzando i pannelli solari. In quel caso potrebbe occuparsene anche la società che gestisce il campo e il Comune non avrebbe spese.
Oltre ai vantaggi per gli atleti in campo.
Bisogna essere sinceri, tutti gli studi sono di parte, non ne esiste uno obiettivo che dica che il campo in sintetico riduca il rischio infortuni. Le squadre devono adattarsi a quel tipo di campo anche in fase di preparazione e allenamento. Quello che è certo è che la qualità del prodotto è elevata. In Spagna il costo è più basso perché in Italia c’è una commissione apposita della federazione che controlla ed è molto severa e puntigliosa. Per questo in Italia la qualità è il massimo, siamo i migliori, ho visto i campi all’estero e sono nettamente dietro.
Qual è la richiesta in Italia?
L’anno migliore è stato il 2009, dal 2010 in poi c’è stato un calo, siamo passati dai 150 campi realizzati nel 2009 ai 110 di quest’anno. In Francia ne realizzano 200/250 all’anno, mentre in Spagna, che in questa graduatoria è al primo posto, sono oltre 300 all’anno.
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