Prima scavalcavano la ringhiera, mettevano i piedi sul ciglio della passerella e si lanciavano in acqua.
Ora la percentuale di rischio è aumentata: i tuffatori della domenica si arrampicano fino alla sommità dei lampioni. Tuffi pericolosi dal pontile di Vasto Marina.
Non bastano i divieti: lanciarsi nel vuoto per cadere in acqua rimane uno dei passatempi preferiti da molti gruppetti di ragazzi.
Domenica scorsa, nel primo fine settimana di mare della primavera più fredda degli ultimi 22 anni e più piovosa degli ultimi due secoli, chi si è trovato sull’arenile nelle vicinanze del pontile ha visto tutto.
Sotto gli occhi preoccupati di molti bagnanti, diversi ragazzini si divertivano ad arrampicarsi dalla banchina sui pali dell’illiminazione: “Salivano sulla ringhiera – racconta un testimone – poi con ancoravano le mani ai braccetti che sorreggono le lampade e si issavano fino al punto più alto. Quindi mettevano i piedi sulle plafoniere che sorreggono le luci e da lì di tuffavano a candela“, coi piedi che entrano in acqua per primi.
“Un giovane si è buttato talmente vicino al pontile, che ha rischiato di sbattere contro lo spigolo della passerella o contro le travi dei pilastri. E’ passato a non più di 10 centimetri dal cemento”.
Il divieto esiste già da anni, ma la voglia di provare il brivido prevale sulla paura di farsi male o di essere multati. Se verranno scoperti, ai trasgressori toccherà pagare una sanzione da 200 euro. Tuffi pericolosi per l’incolumità, ma anche per il portafogli.