“I dirigenti del Pd vastese sono giovani, per questo da loro mi sarei aspettato del radicalismo, scelte radicali e non improntate al politicamente corretto. Mi auguro che diano una scossa per rilanciare il partito, che a Vasto non gode di buona stampa, né di buona opinione pubblica“.
Nicolangelo D’Adamo non è più il presidente del Partito democratico di Vasto. Si è dimesso e ora bacchetta tutti, dalla dirigenza nazionale a quella locale. All’indomani delle elezioni comunali che hanno ridato fiato a un centrosinistra depresso dopo il pareggio delle elezioni nazionali di febbraio, l’ex preside del Liceo scientifico Mattioli, una vita in politica a sinistra, conferma a ZonaLocale.it la sua decisione.
Professor D’Adamo, è vero che si è dimesso?
“Sì, anche se non ho restituito la tessera: rimango un militante del Pd. Mi sono dimesso da presidente. E’ una decisione nota al partito già dalla riunione tenutasi nei giorni scorsi al Gulliver center di località Incoronata. Non condivido l’operato del partito a livello nazionale e regionale. Ancor di più dopo l’ultimo episodio: l’aumento dei consiglieri regionali. Mi sarei aspettato dal segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, e dal capogruppo in Consiglio regionale, Camillo D’Alessandro, una presa di posizione netta. Invece, ho sentito un discorso vecchio di fronte a un fatto di una gravità inaudita. Mi chiedo perché per i vertici regionali del partito questo episodio sia normale”.
Questi sono gli ultimi fatti. Ma lei si è dimesso prima. Ci sono anche motivazioni riconducibili alla politica locale?
“Ad esempio, non ero d’accordo sul fatto di accontentare il Partito socialista con un assessorato nella Giunta comunale di Vasto e sono in forte disaccordo con i dirigenti provinciali e regionali. La verità è che il partito non si muove. Ho sentito l’onorevole Giovanni Legnini: ci è venuto a dire che la responsabilità della situazione attuale è al 30% del partito e al 70% della crisi nazionale. Non sono d’accordo. Secondo me, le percentuali vanno invertite: la responsabilità è al 70% del Pd.
Ha ragione chi dice che il Pd è un partito mai nato?
“No, questo non è vero. Il problema è che i dirigenti tendono ad autoassolversi”.
A Vasto avete una segreteria di giovani e un giovane capogruppo consiliare. Quale messaggio rivolge ad Antonio Del Casale, Nicola Della Gatta e Francesco Menna?
“Sono giovani, per questo da loro mi sarei aspettato del radicalismo, scelte radicali e non improntate al politicamente corretto. Ad esempio, mi sarei aspettato radicalismo soprattutto nel denunciare la situazione politica nazionale. Invece, anche in loro prevale la tendenza ad autoassolversi. Mi auguro che diano una scossa per rilanciare il partito, che a Vasto non gode di buona stampa, né di buona opinione pubblica”.