La tassa di soggiorno non s’ha da fare. E quando a chiudere le porte al nuovo balzello (da uno a cinque euro per ogni turista e per ogni pernottamento) è il partito più grande, appare improbabile che il Consiglio comunale possa decidere diversamente. A Vasto già lo scorso anno si era parlato di un’imposta da due euro per ogni giorno di permanenza.
“Siamo contrari alla tassa di soggiorno”, dichiara Antonio Del Casale, segretario del Pd. “Questa si preannuncia come un’estate piuttosto complessa in tutta Italia. A Vasto, nel Forum sul turismo non c’è stata concertazione su questa nuova forma di imposizione fiscale. Inoltre, la stagione balneare è ormai alle porte, alcuni pacchetti vacanze sono stati già venduti. Sono tutti motivi in base ai quali la tassa di soggiorno quest’anno non va istituita. Noi – dice il leader dei democratici – siamo contrari. In ogni caso, va trovato un accordo con gli albergatori. Se in futuro dovesse essere istituita, dovrebbe essere una tassa di scopo: gli introiti andrebbero destinati a migliorare i servizi turistici, ad esempio migliorando la fruibilità di Vasto Marina e offrendo ai turisti bus navetta per raggiungere la riserva naturale di Punta Aderci”.
Un secco no al nuovo tributo era venuto ieri da Michele Di Chiacchio, presidente di Vasto golfo d’oro, il consorzio che raggruppa 16 albergatori della riviera. Parlando a ZonaLocale, Di Chiacchio aveva alzato il tiro, sparando sull’amministrazione comunale anche riguardo alla tassa sui rifiuti e servizi: “E, con questi chiari di luna, quanto dovremo pagare la Tares?”.