A Vasto manca un campo da calcio a 11 in sintetico, in molti, sportivi e non, denunciano da tempo questa carenza che pesa sia sulle società che sugli atleti di tutte le età. L’amministrazione deve affrontare altre priorità, non ci sono dubbi, ma è lecito chiedersi se sarà possibile un giorno avere in città una struttura del genere che potrebbe essere realizzata anche da privati.
Il campo sportivo comunale di Cupello è l’unico di tutto il Vastese ad avere un manto in erba artificiale, la nostra inchiesta sul sintetico parte da lì, dove tutto ciò è stato possibile, per capire come hanno fatto, quali sono i costi, i vantaggi, gli svantaggi e come può Vasto raggiungere lo stesso obiettivo senza tralasciare il resto.
Il caso del Comune di Cupello. Il progetto del campo in erba sintetica risale al 2009, un impegno preso in campagna elettorale dal candidato sindaco Angelo Pollutri che spiega: “Era la nostra ambizione avendo una scuola calcio con 60 bambini e tre squadre di calcio cittadine. La maggior parte di loro tornava a casa peggio che se fossero andati in miniera”.
La struttura è stata realizzata dalla Italgreen, tra le aziende leader in Italia, dopo quattro mesi di lavoro (agosto-dicembre 2011) e un investimento di circa 600.000 euro, drenaggio incluso. Il 16 dicembre del 2011 è stata inaugurata dopo aver messo a norma l’impianto di illuminazione e raddoppiato da due a quattro, gli spogliatoi per favorire la rotazione degli atleti. Un campo di ultima generazione, che previene gli infortuni, con un intaso che non è chimico, ma naturale, cioè non fatto con granuli di gomma come un tempo, ma con granuli di cocco. Inoltre la parte sottostante, quella dove è poggiato il manto, non è rigida in asfalto, ma morbida. Con la corretta manutenzione non sono previsti ulteriori interventi per 15 anni.
Il Comune di Cupello ha fatto un mutuo, attualmente la situazione è cambiata, ma ci sono altre possibilità. Le società realizzatrici si organizzano con un leasing in costruendo, il Comune affida la gestione ad una società sportiva, si trasferiscono le risorse a questa con un contributo al cui interno c’è anche la rata del leasing. In questo modo si supera la difficoltà che è quella che l’opera pubblica sia realizzata dal Comune, ora può anche la società.
Il sociale è tra gli aspetti principali che hanno convinto Pollutri e la sua Giunta. “I vantaggi dal punto di vista del sociale sono imparagonabili a tutto il resto, il sociale non è solo l’assistenza domiciliare agli anziani, non basta andare nelle scuole, è corretto anche quello, ma bisogna fare anche qualcosa di più concreto. Non è un vezzo, il sintetico oltre a permettere la fruibilità quotidiana nell’arco di tutte le ore della giornata è anche un luogo sicuro dove giocare e socializzare”.
“In questo modo – prosegue Pollutri – aumenta il numero di bambini che giocano e aumenta la sicurezza. Il concetto del sociale va reso più moderno in un’epoca in cui i giovani da casa comunicano con il resto del mondo. Sociale vuol dire agire su una struttura sportiva per migliorarla e renderla fruibile. I ragazzi vivono all’aria aperta e non in un bar, fanno sport, crescono in salute e imparano le regole della competizione e dello stare insieme. E’ così che si genera un ambiente di integrazione ed educazione al bello che è anche prevenzione al teppismo. Quando vivi una struttura che è anche tua sei più attento, la salvaguardi e fai in modo che anche gli altri la rispettino e si avvicinino. E’ decisamente meglio stare in un campo, in palestra o in piscina che altrove”.
Tutto nella convinzione che puntare su un impianto moderno potesse dare delle importanti opportunità di socializzazione e crescita, ma anche a aiuto chi aveva abbandonato il calcio per problemi fisici, che così è tornato a giocare su un campo che rispetto al passato è di un livello superiore che riduce il rischio di infortuni.
Quei soldi non potevano essere spesi per cose più importanti? “Sono il primo a sapere che ci sono problemi più seri e che gli investimenti devono essere fatti anche per altro, ma tutto ciò non può limitare il resto, altrimenti non lo faremo mai, penseremmo sempre solo alle strade. Lo scorso anno il Comune ha pagato l’iscrizione ai campionati di tutte le compagini cittadine, preferiamo investire nel sociale che chiedere 100 euro di retta ad ogni bambino. Al di là dell’investimento che è sicuramente elevato, se faccio il conto dei costi del sociale per un’intera comunità il valore è altrettanto alto, più della gestione delle risorse, dipende da cosa vogliamo costruire come comunità. Significa anche fare delle rinunce, ma dopo aver sistemato altro, come acqua, depurazione, strade, la volta successiva non riparti di nuovo da questi, provi a fare altro. Puoi anche decidere di sistemare tutte le strade di campagna, che poi sono usate una volta a settimana da due mezzi, anche quella è un’esigenza, ma con quale ritorno?”.
E’ anche una questione di immagine, un biglietto da visita per la città: Cupello ha tre squadre di calcio, tra giovanili e prima squadra tante persone arrivano da fuori per seguire gli incontri. “Il campionato di Eccellenza è composto da 17 paesi e città d’Abruzzo che verranno qui, così come la Prima e la Seconda Categoria, chi vede una struttura del genere oltre ad avere piacere di giocare ha una bella immagine del posto, si fa un’idea più moderna di quella che aveva. Con tre squadre in una settimana arrivano almeno 100 persone, le strutture ricettive e i ristoranti lavorano e poi qualcuno torna, senza il calcio non sarebbe possibile, questa è anche promozione del territorio”. Molti tornei e raduni si svolgono a Cupello, e non nelle città limitrofe, per via del campo, portando ulteriore indotto al paese.
Inoltre sono stati creati dei posti di lavoro nell’ambito dei servizi alla persona, il custode è fisso ed è preposto alla manutenzione e c’è chi si occupa della pulizia, al campo sono già tre persone che hanno contratti di collaborazione, che di questi tempi aiutano, oltre a quattro tecnici della scuola calcio e altre figure.
E a quanto pare il ritorno economico c’è, dipende da come l’amministrazione si muove. Il Comune di Cupello affitta la struttura alle società, sono previsti abbonamenti per squadra, le tariffe sono pubbliche e distinte tra locali e non. Prossimamente ci sarà un bando e verrà affidata ad una società sportiva che riceverà un contributo di utilizzo. Il Comune risparmierà sui costi di gestione ammortizzando le spese e la società guadagnerà da un eventuale bar e dai prezzi di affitto.
Parlando di Vasto, città nella quale vive e nella quale i suoi figli praticano sport, il sindaco ha le idee chiare: “Il ruolo delle società sportive e dei dirigenti deve cambiare, si devono ammodernare le strutture, fare in modo che possano essere vissute, invogliare gli sportivi, i loro amici e familiari a trascorrere del tempo insieme lì”. Per Pollutri un modulo vincente da imitare è quello del Vasto Basket, “il Comune investe e ammoderna, la società gestisce, poi dipende dalla capacità dei dirigenti far fruttare e creare tutto un ambiente a latere che sia funzionante e funzionale. La struttura fa molto, sono convinto che tanti ragazzi con il vecchio palazzetto dello sport avrebbero smesso, in primis i miei figli. Inoltre i 600 genitori dei 300 bambini del Vasto Basket danno una mano, 30 di loro sono entrati in società, altri si mettono a disposizione per le trasferte, cambia tutto”.
E’ quello che il sindaco auspica a Vasto per il calcio, “Non è più possibile assistere al depauperamento dell’Aragona, patrimonio del territorio, lembo verde dove un genitore spera di vedere i successi e il divertimento dei propri figli. Si può non condividere la necessità del sintetico, però non si può non dare questa possibilità ai ragazzi del territorio, far vedere una struttura, ma non poterla vivere, se non una volta a settimana, non serve. Pensate a quanti posti di lavoro potrebbe creare a Vasto un impianto simile, concepito con questa mentalità e quanti talenti non disperderemmo. Faccio l’esempio dell’Aragona perché è il principale, ma Vasto non può non averne uno”.
“Se fosse aperto tutti i giorni – sostiene Pollutri- porterebbe 600 ragazzi delle scuole calcio, basta la volontà, in comodato o in gestione temporanea, le possibilità sono varie, il Comune deve fare solo un investimento amministrativo. Perché i nostri ragazzi devono essere diversi da quelli di Pescara e Teramo? Quando viaggio in treno mi accorgo di essere in un’altra provincia dal colore dei campi, sono tanti quelli in sintetico al di fuori della nostra”.
Anche nel vicino Molise i campi in sintetico sono tanti, ma nel Vastese è solo uno. “In Molise molti amministratori sono anche dirigenti sportivi, il calcio è una grande valvola di sfogo e per questa passione hanno premuto sull’amministrazione regionale per ottenere un aiuto per l’ammodernamento delle strutture. Averle per loro è fondamentale anche per via del clima, su un campo normale sarebbero rinviate parecchie partite. Nel Vastese solo Cupello probabilmente perché io ho questa passione, sono dirigente della squadra oltre che sindaco e credo molto nel valore sociale dello sport”.
Il sindaco di Cupello si interessa di Vasto da cittadino, ma anche perchè “il ruolo dell’amministratore locale deve cambiare, si deve entrare anche in queste materie, soprattutto quando si ha davanti un modello vincente, deve essere replicato. Tale modello non deve essere sempre e solo Lanciano, dove è arrivato un benefattore. A Vasto non c’è e probabilmente non arriverà, quindi deve esserci un patrimonio dirigenziale diffuso. Se il grande calcio non lo può fare uno solo lo faranno in più persone, con l’utilizzo della struttura, con le giuste competenze e i giusti ruoli”.
“Inutile dire che i vantaggi di tutto il territorio del Vastese – conclude – con una squadra in serie C sono immensi, la categoria diventa sopportabile con una struttura di proprietà. In questo modo si può ridare il calcio ad una città per sempre, non a parentesi come avviene ultimamente”.