Non capita spesso di fare il presepe alla fine di maggio. Sia chiaro, non c’entra niente la facile ironia di questi giorni viste le temperature più simili al periodo natalizio che all’arrivo dell’estate. Quando siamo andati ad incontrare il protagonista della nostra storia il presepe l’abbiamo fatto davvero, ed è stato davvero affascinante. Mentre un pallido sole riscalda l’aria io e Costanzo arriviamo a Vignola. E’ lì che ci aspetta Gino Perazzelli. E’ Nicola, amico comune, ad avermi consigliato di venire ad incontrarlo e non ci siamo fatti scappare l’occasione. Ci accoglie nella sua casetta, piccola, semplice, ma ben curata.
Poggiati sul frigorifero ci sono degli animaletti costruiti con le conchiglie. Ecco la sua passione. Una passione che nasce dal mare, da Vasto, città in cui è nato e vissuto per diversi anni, prima di trasferirsi al nord. “Sono stato 43 anni in Brianza, 3 in Germania, 1 in Francia e 1 anno e mezzo in Piemonte, ed ora sono tornato qui”. Ha una gentilezza non comune, Gino. Quando io lo chiamo “signor Gino”, lui sorridendo mi fa “di Signore ce n’è uno solo. Chiamami Gino e dammi del tu per favore“. E così ci sediamo al tavolo di casa sua e, mentre ci mostra i lavori realizzati con le conchiglie, ci racconta un po’ com’è nata questa passione per le conchiglie. Nelle ultime settimane è stato nella scuola media Rossetti per insegnare ai ragazzi a creare dei soggetti molto carini utilizzando le conchiglie, trasmettendo agli alunni la sua maestria e la sua passione. “Quando tornavo a Vasto in vacanza ero sempre al mare a raccogliere le conchiglie, non riuscivo mai a star fermo. Poi le portavo su con me e ho iniziato a fare i primi oggetti”. L’inizio di tutto è legato ad un presepe, nel 1975. Proprio i presepi, nel corso degli anni, sono divenuti il suo marchio di fabbrica. Si sente un po’ imbarazzato mentre Costanzo continua a scattare foto, “ma quante ne fa?”, chiede stupito.
I presepi di Gino sono diventati famosi anche in Brianza. Alla parete c’è un ritaglio della “Provincia”, in cui hanno raccontato questa sua attività. “Ne ho fatti almeno 150 di presepi. Ed ora sono sparsi in tutto il mondo”. A lui ne è rimasto solo uno, l’ultimo che ha realizzato, e non vediamo l’ora di poterlo ammirare. Lo prende da uno scaffale in cui è riposto con cura e ci mostra la sua meraviglia. E’ realizzato con conchiglie del mare vastese, con una straordinaria accuratezza. Tira fuori anche una busta con i personaggi e, come se fossimo nel giorno della vigilia di Natale, iniziamo a sistemarli ognuno al suo posto. Poi si accendono anche le lucine ed il gioco è fatto. “E’ iniziato tutto da un presepe. Ma devo dire che il primo che ho fatto non mi piaceva nemmeno. Ora non li faccio più perchè non ho spazio”. Un vero peccato, perchè questa è una picola opera d’arte. Dopo aver ammirato i suoi lavori vogliamo vederlo al lavoro e così ci mostra il suo “tesoro”. Migliaia di conchiglie, divise per forme, da quelle piccolissime, che usa per fare le mani e le orecchie degli animali, fino a quelle più grandi. Vederlo all’opera, con la maestria con cui armeggia con conchiglie, colla a caldo e pinze, è uno spettacolo. Il tutto accompagnato da racconti interessanti.
Siamo vicini al mare, il luogo da cui provengono tutte le sue conchiglie. Gino abita qui dal 2006, anno in cui è tornato definitivamente a Vasto. “Qui mi sento un Padreterno. Sono tranquillo e sereno“. Andiamo anche a fare una camminata verso il mare e, quando Costanzo gli chiede di fermarsi per farsi fotografare, lui si ricorda che c’è una foto che ha in casa e vuole mostrarci. Così ci fermiamo davanti ad un primo piano di un giovanotto col pizzo. “Sono io. E lo sapete che con questa foto sono stato in vetrina? Ero andato da questo fotografo in Germania per fare una foto e qualche giorno dopo scoprii che, oltre ad averla data a me, l’aveva usata anche per la sua vetrina”. E’ tempo di andare. “Però tornate a trovarmi quando volete. Mi raccomando, vi aspetto”. Come non raccogliere un invito così cordiale? Ci ritorneremo e magari ci faremo insegnare a realizzare qualcosa con le conchiglie. “Ci vuole tanta pazienza”, avverte lui. Ecco, forse non è il nostro caso. Però, magari, stando insieme a Gino qualche lavoretto con le conchiglie potremmo imparare a farlo. Se poi proprio non ce la facciamo gli chiediamo di tirare giù il presepe dallo scaffale e lo prepariamo con tutti i personaggi che lui ha costruito. E’ talmente bello che non bisogna mica aspettare per forza il Natale per farlo!
Testo di Giuseppe Ritucci
Immagini di Costanzo D’Angelo
Foto – Gino Perazzelli
foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico