“Avrei voluto che la crisi non si risolvesse solo con una spartizione di poltrone. Invece, gli stessi socialisti, da quando hanno ottenuto l’assessorato, si sono zittiti”. Alla vigilia del vertice di maggioranza che dovrà affrontare il secondo scoglio in due settimane, cioè il bilancio di previsione, Domenico Molino (Pd) rompe il silenzio stampa che si era autoimposto dal giorno del burrascoso Consiglio comunale in cui nell’aula Vennitti erano andati in scena i litigi della maggioranza di centrosinistra.
Molino, il suo dissenso è rientrato o esiste ancora?
“Il mio dissenso ha fatto sì che Giustizia sociale facesse subito un passo indietro e che la crisi di maggioranza rientrasse subito nella normalità. Tutti sanno che io, rispetto alla linea politica che è prevalsa nel Partito democratico di Vasto, io la penso diversamente”.
Significa che al posto del cosiddetto rimpasto di deleghe avrebbe preferito un azzeramento totale della Giunta comunale per farne un’altra totalmente rinnovata?
“Sono per un rinnovamento, per un partito riformista e non conservatore. E’ una posizione che esprimerò quando si terranno i congressi del Pd. Avrei voluto che la crisi non si risolvesse solo con una spartizione di poltrone. Invece, gli stessi socialisti, da quando hanno ottenuto l’assessorato, si sono sittiti. Ora, come ha ripetuto anche il sindaco Lapenna in conferenza stampa, bisogna stilare il cronoprogramma delle cose da fare. Lo aspettiamo. Ben venga”.