Nel 2010 aveva vinto il titolo italiano giovanile di beach volley in coppia con Laura Delli Quadri. Da quel momento in poi ha trascorso più tempo tra sale operatorie e centri di fisioterapia che in palestra e in campo. Giada Innocenti era una delle promesse della pallavolo italiana. Ma il suo ginocchio l’ha tenuta fuori causa per tanti mesi, facendole perdere tante opportunità. Era divenuto un incubo, un intervento dopo l’altro che però non risolvevano la situazione del suo ginocchio. Una spirale di eventi negativi che si è interrotta domenica scorsa, quando nel finale dell’ultima partita di campionato della BCC San Gabriele Ettore Marcovecchio l’ha mandata in campo per il turno in battuta. Per tornare a vedere i suoi celebri attacchi ci vorrà ancora del tempo, ma Giada Innocenti è tornata ad essere una giocatrice di pallavolo. La frase che l’ha accompagnata in questi anni di sofferenze se l’è tatuata sul braccio, “Credi in te stesso perchè nessun’altro lo farà per te“. A 19 anni può tornare ad allenarsi e dimostrare il suo valore in campo.
Ricordi la tua ultima partita?
Esattamente due anni fa, il 15 maggio 2011, la partita in cui abbiamo conquistato la promozione in serie B2.
Da quel momento è iniziato il tuo calvario.
Già avevo subito un intervento a settembre 2010 ma poi, dopo tre mesi, ero tornata a giocare fino alla fine della stagione. Poi, a fine campionato, non riuscivo più quasi a camminare. Sono andata a Roma e, dopo il secondo intervento a settembre 2011, ho iniziato a fare le terapie. Mi sono dovuta trasferire 5-6 mesi nella capitale ma alla fine non è servito a niente. L’estate scorsa mi avevano detto che potevo ricominciare. Dopo 3 allenamenti avevo il ginocchio gonfio e quindi mi sono dovuta fermare e tornare a Roma. A luglio mi sono operata di nuovo, perchè mi avevano trovato un buco nella cartilagine del ginocchio. A dicembre l’ultimo intervento, alcuni punti della cartilagine non si erano ricoperti. Ed ora sono qui.
Cosa hai provato domenica quando sei entrata in campo?
Ettore (Marcovecchio) mi aveva detto già da una settimana che sarei stata convocata, anche se io non mi sentivo pronta. Domenica pomeriggio sono venuta qui in palestra ma tremavo. Quando sono entrata e sono andata a battere continuano a tremare per l’emozione, la palla è passata per un soffio! Però è stato davvero bello, mi sentivo bene, ho fatto anche una difesa.
Ora hai un’estate per allenarti.
Mi sento bene e quest’estate mi allenerò intensamente. Vorrei provare anche a giocare a beach volley, chissà.
Come ti sentivi a stare lontana dal campo?
Venivo poco in palestra perchè non era bello vedere le altre che si allenavano. Ho sopportato tante difficoltà, ma mi sono sempre fatta coraggio, non ho mai perso la speranza.
Hai perso l’opportunità di giocare in B2, un traguardo conquistato insieme alle tue compagne con tanti anni di lavoro.
Alla prima partita sono venuta con le stampelle e ho pianto vedendo le altre felici per l’esordio mentre io er in tribuna. Ma ormai era andata così.
Sono stati momenti difficili, anche per la scuola, dovendo stare per un periodo a Roma. Chi ti ha dato forza?
In primis i miei genitori, che hanno sempre creduto in me, hanno sempre fatto di tutto per me, hanno speso tanti soldi per farmi stare bene. E poi i miei allenatori, Ettore, Maria Luisa (Checchia) e Caterina (De Marinis), che mi hanno sempre chiamato, mi hanno fatto sempre coraggio. Invece tante altre persone si sono perse strada facendo.
C’è stato qualche momento in cui la tua convinzione di tornare a giocare a pallavolo è venuta meno?
Una volta sì, dopo la terza operazione. Soffrivo troppo e tra le lacrime ho detto basta. Ma il giorno dopo ho subito ripensato alla pallavolo.
Sei stata ferma due anni ma sei ancora molto giovane. Pensi di poter riprendere il tuo percorso da dove si era interrotto?
Io ci spero e sono sicura di poter dire ancora la mia. Chiaramente ho ancora delle difficoltà nei movimenti, ma tutto quello che ho imparato non l’ho certo dimenticato.
Cosa pensi di trasmettere a chi vive situazioni del genere?
Ho sofferto tantissimo, ho pianto tante volte, ma ci ho messo tanta volontà. A qualcuno che si trovasse nella mia situazione dico che tutto si può superare.
Hai già in mente cosa succederà nel tuo futuro?
Non lo so ancora. L’anno prossimo dovrò andare all’università. Ora vedremo. E poi c’è ancora un sogno da far diventare realtà.