“Siamo costretti ancora a denunciare la mancanza di visibilità e l’imboscamento del vigile di servizio a Dogliola nel controllo elettronico della velocità attraverso autovelox”. Nei giorni scorsi “è intervenuta la pattuglia del radiomobile dei carabinieri di Vasto che ha redatto un verbale di controllo e verifica”. Lo racconta Antonio Turdò, presidente del Comitato Pro Trignina, l’associazione che dal 2009 lotta contro gli autovelox imboscati sulla statale 650, che collega Abruzzo, Molise e Campania.
“Da informazioni circostanziate, come da noi denunciato tante volte e soprattutto come lamentato da tanti cittadini, anche a mezzo fotogrammi e riprese – afferma Turdò – la pattuglia di servizio era imboscata, non visibile, senza lo skiloma lampeggiante e senza la macchina, quindi eludendo palesemente quanto previsto dalla direttiva Maroni del 14 agosto 2009.
Io stesso nell’incontro di giovedì scorso presso il Prefetto di Chieti, mi sono fatto portavoce di queste lamentele, della mancanza di trasparenza e visibilità in questo servizio di controllo del traffico sulla Fondo Valle Trigno.
Siamo realmente stufi – protesta il responsabile dell’associazione – di vedere calpestati norme, leggi e direttive del Ministero dell’Interno da parte di coloro che vestendo una divisa dovrebbero, essi per primi, rispettare le disposizioni”.
A Vasto è in corso da un anno il maxi processo scaturito dall’inchiesta Autovelox selvaggio, coordinata dalla Procura di via Bachelet ed eseguita dai militari della Compagnia di Atessa. Il 9 luglio la nuova udienza davanti al Tribunale collegiale. Quindici gli imputati. Quattrocento, tra testimoni e parti civili, le persone che dovranno essere ascoltate dai magistrati. Duecentosettantadue automobilisti multati chiedono di essere risarciti.