Inizierà martedì prossimo la nuova fase del processo per l’omicidio di San Salvo. La sentenza, attesa per il 21 maggio scorso, non c’è stata. Il giudice monocratico del Tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, ha invece disposto un supplemento di perizia, affidando l’incarico al professor Antonello Bellomo, docente di psichiatria e psicopatologia all’Università di Foggia.
L’esperto dovrà rispondere a due quesiti determinanti: quelli riguardanti la parziale incapacità d’intendere e di volere quando sono accaduti i fatti e nel momento in cui, durante gli interrogatori, l’indagato ha individuato come possibili autori del delitto persone poi rivelatesi completamente estranee al delitto.
La seminfermità è sostenuta dalla perizia di parte presentata dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Fiorenzo Cieri e Clementina De Virgiliis. Il loro assistito, Vito Pagano, 29 anni, è accusato dell’omicidio di Albina Paganelli, 68 anni, assassinata con 18 coltellate il 14 agosto 2012 nella sua casa di via Fedro, a San Salvo.
La pubblica accusa, rappresentata dai pm Giancarlo Ciani ed Enrica Medori, e la parte civile (la famiglia Paganelli, assistita dagli avvocati Giovanni e Antonino Cerella) sostengono invece che il giovane era pienamente capace d’intendere e di volere. Alle stesse conclusioni era giunta la precedente perizia disposta dal gip. Ora, però, tutto torna in discussione. Se gli venisse riconosciuta la parziale incapacità d’intendere e di volere, Pagano potrebbe beneficiare di un forte sconto di pena.
I tempi del processo, inevitabilmente, si allungheranno. Il consulente tecnico d’ufficio presterà giuramento il 28 maggio, poi visiterà l’imputato e avrà 60 giorni di tempo per scrivere la relazione da consegnare al giudice.