Ora c’è una data certa: il 3 luglio inizia a Vasto il processo ai 21 imputati delle operazioni Histonium 1 e 2, attraverso cui magistratura e carabinieri ritengono di aver sgominato tra il 2007 e il 2008 una pericolosa e ramificata associazione a delinquere.
Il procedimento penale si sposta al palazzo di giustizia di via Bachelet dopo la decisione della Cassazione sul conflitto di competenza sollevato dal giudice per le udienze preliminari della città lombarda, Massimo Mercaldo.
Il 12 gennaio, infatti, la Suprema Corte ha stabilito che il procedimento penale si deve svolgere a Vasto: di conseguenza, gli atti verranno ritrasmessi da Roma a Lecco e poi da Lecco al Tribunale di via Bachelet, dove il gup dovrà fissare l’udienza, da tenersi entro sei mesi.
Le inchieste – Histonium e Histonium 2 sono le maxi inchieste con cui i carabinieri di Vasto tra il 2007 e il 2008 hanno sgominato una presunta associazione a delinquere che aveva il suo vertice in città ed era ramificata in diverse aree d’Italia.
Buona parte del procedimento penale è stata spostata in Cassazione. La Suprema corte dovrà decidere sulla competenza territoriale del processo, cioè se si deve svolgere in Lobardia oppure a Vasto. Una questione sollevata dal Gup del Tribunale di Lecco, Massimo Mercaldo l’11 giugno scorso. Il processo è stato incardinato nella città lombarda perché è lì che si sarebbe svolto l’episodio più grave contestato ai 21 indagati: Michele Pasqualone, che sarebbe il capo dell’organizzazione, suo figlio Domenico, ed ancora Giuseppe Trentino, Francesco D’Esposito, Gianfranco Nettuno, Domenico Graziano, Michele Fiore, Massimo Benedetti, Claudio Zinni, Antonio Battista, Adele Di Pietro, Angelo Alessandrini, Massimiliano Sparvieri, Paolo Zuccolella, Donatella D’Ascenzo, Luigi D’Ercole, Walter Di Santo, Damiano Girone, Marco Lavolla, Cesario Pomponio e Antonio Caserio.
Nel corso delle due operazioni condotte dai militari erano finite agli arresti 9 persone in Histonium e 17 in Histonium 2.
Secondo gli investigatori, gli indagati sarebbero i membri di un’associazione a delinquere finalizzata a commette estorsioni, usura, rapine, incendi dolosi, porto abusivo e detenzione di armi.
Le persone coinvolte nell’inchiesta sono difese dagli avvocati Pierpaolo Andreoni, Angela Pennetta, Arnaldo Tascione, Giovanni Cerella, Alessandra Cappa, Leda Arditelli, Giuliano Milia, Alessandro Orlando, Elio Rocchio, Fiorenzo Cieri, Antonio Ottaviano e Marisa Berarducci.