Ho deciso di raccontare questa storia perché ognuno di voi ha una donna nel cuore, che sia una madre, una sorella, una moglie, una fidanzata o un’amica. Bisogna a tutti costi preservare la loro fragilità. Nessun uomo deve permettersi di offendere la dignità di una donna. Dov’è finito l’uomo che ci apriva la portiera della macchina? Aristotele sosteneva che l’uomo rispetto agli altri animali è l’unico essere ad aver nozione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto. La donna non si picchia, si ama.
Lunedì mattina intorno alle 9.00 ero a casa di un’amica per un caffè e due chiacchiere. Dopo circa un’ora e tante risate ci siamo salutate e mi sono diretta verso la mia automobile. Facendo manovra mi sono accorta di non poter uscire, il passaggio era bloccato da un Ford Transit carico di fogliame. Poco distante stavano sistemando una siepe, così per non disturbare ho deciso di uscire in retromarcia dall’altro lato, ma anche dall’altra parte il passaggio era ostruito.
Una signora sostava in mezzo a due autovetture anch’esse parcheggiate ai lati della strada, a quel punto non ho fatto altro che accennare con il clacson e chiedere di spostarsi per farmi uscire. La signora ci ha provato, ma non è riuscita a liberare il passaggio, probabilmente non era molto ferrata nella guida.
Subito dopo uno degli operai che stavano potando la siepe mi ha fatto un cenno con la mano alzata indicandomi di farmi avanti con la macchina perchè avrebbe fatto spostare il Ford Transit. Molto tranquillamente ho rimesso la prima e sono andata avanti, ma il Transit era sempre lì, la persona che era alla guida, vorrei usare un altro epiteto, ma sono una signora, non aveva alcuna intenzione di spostarsi, nemmeno di due metri, doveva semplicemente girare l’angolo e farmi uscire, ma niente, è sceso dal Ford ha imbracciato una pala e si è messo a spazzare il fogliame.
Sono rimasta lì dietro ho pensato che in fondo non avevo alcuna fretta, che avrebbe sistemato il fogliame e poi avrebbe spostato il Transit invece nulla, mi ha urlato contro dicendomi di fare il giro, ed io gli ho risposto abbassando il finestrino che anche dall’altra parte era ostruito e che non potevo uscire.
Dopo aver ascoltato le sue parole l’uomo si è agitato e ha iniziato a dimenarsi con la pala e ad insultarmi. Offese pesantissime ai danni di una donna che per rispetto di chi legge e per educazione è meglio non riportare, ma potete immaginarle. Seduta in macchina con il finestrino abbassato, sono rimasta allibita, avrei potuto scendere, ma se ben ricordo è di una decina di giorni fa la notizia di quel clandestino di origine ghanese che ha ucciso a colpi di picconate delle persone innocenti, la cui colpa è solo quella di averlo incontrato.
Ero incredula di quello che le mie orecchie stavano sentendo ho preso un foglio ed ho annotato la targa, lui poi ha spostato il furgone, molto probabilmente obbligato dal collega che carinamente mi aveva invitata ad uscire come raccontato in precedenza.
Successivamente mi sono diretta in un’erboristeria dove il titolare ha avvertito subito il mio stato d’animo, mi ha invitato ad accomodarmi e mi ha offerto un bicchiere d’acqua dove in precedenza ha versato dei fiori di Bach per farmi calmare. Tremavo, le mie mani non trovano pace e piangevo ininterrottamente.
A quel punto ho chiamato mio marito che era al lavoro e mi ha detto di andare dai Carabinieri e dopo circa 30 minuti sono andata al Comando. Anche loro mi hanno vista in forte stato di agitazione e mi hanno detto di andare subito in ospedale per farmi refertare.
In ospedale sono rimasta per più di tre ore, hanno trovato la mia pressione a 210/130 e la frequenza cardiaca a 140, mi hanno fatto prendere delle gocce e mi hanno fatto un’iniezione di Toradol, per il forte e martellante mal di testa. La dottoressa che mi ha visitata mi ha esortato a denunciare l’accaduto.
Nel frattempo mio marito ha chiamato la Polizia che si è recata sul posto, il conducente del Ford non c’era, era andato a scaricare, c’erano due operai, quello che si era rivolto a me con educazione e un altro. La Polizia ha chiesto loro dove fosse l’altro operaio, l’avevo descritto bene, sapevano che indossava una maglietta arancione. Arrivato dopo dieci minuti è sceso dal mezzo e subito ha esibito i documenti.
Ero in ospedale, ma a detta di mio marito è stato un comportamento strano, probabilmente era stato avvertito dai colleghi. La Polizia ha preso nome e cognome dell’aggressore verbale. Lui si è giustificato dicendo che è ateo e ha solo imprecato.
Questo è quanto accaduto lunedì mattina, sono una donna di 48 anni molto stimata e benvoluta da tutti, figli universitari e marito laborioso, insomma non ho mai arrecato fastidio a nessuno e nessuno deve ledere in alcun modo nè me, né la mia famiglia.
Il continuo alternare di ingiurie: questo è stato il comportamento che un uomo di 50 anni, di Vasto ha avuto nei miei confronti.
Porto a conoscenza che la denuncia non avverrà, ho troppa paura di una ritorsione sia nei miei confronti che della mia famiglia. Vedere scritta questa vicenda sul vostro sito per me rappresenta una piccola soddisfazione, anche se minima, non potrà che farmi piacere.
Non voglio ricavare nulla da questa mia brutta vicenda, la cosa che più mi urta e che dopo essere stata aggredita verbalmente da un bruto senza ritegno, debba essere finita in ospedale ora mi devo anche accollare le spese del mio malessere. Stavo benissimo e per colpa sua mi sono ritrovata a passare parte della mia giornata in una sala del pronto soccorso. E se fossi scesa dalla macchina e lui mi avesse colpita con la pala? Uno squilibrato mi ha tenuta sveglia tutta la notte, nemmeno l’affetto di mio marito mi ha tranquillizzata.
Nel frattempo sono tornata dal dottore e l’agitazione non accenna a diminuire, come diceva la dottoressa del pronto soccorso forse in 7 giorni passerà questo mio stato d’animo.
Tanto per essere chiari, per essere violenti non è necessario alzare le mani perché a volte si fa molto male anche con le parole. Anche l’insulto e la violenza verbale è un modo per annientare la personalità. Non è forse anche questo un modo per uccidere l’autostima di una donna?
L’ingiuria è un reato che tutela l’onore. Il delitto di ingiuria è previsto dall’articolo 594 codice penale e punisce chiunque offende appunto l’onore e il decoro di una persona presente. La pena prevista è quella della reclusione fino a sei mesi o della multa fino a euro 516.
Qualora l’offesa consista nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è aumentata (reclusione fino a un anno o multa fino a euro 1.032). La pena è aumentata anche nel caso in cui la condotta offensiva sia tenuta alla presenza di più persone.
Anna M.