Danilo Pierini, 58 anni, ex allenatore della Pro Vasto, oggi vice di Eusebio di Francesco al Sassuolo, ha festeggiato sabato scorso l’aritmetica promozione in Serie A. A Vasto nella stagione 2005/06, subentrando a Donato Anzivino, ha centrato il quarto posto e la qualificazione ai play off per la C1 persi poi contro il Rende.
Da tre stagioni è il vice di Di Francesco, i due sono stati insieme sulla panchina del Pescara in B, a Lecce in A. Con Di Francesco direttore sportivo è stato anche allenatore della Val Di Sangro. Ha guidato anche la Ternana, squadra della sua città, Rosetana, Vigor Lamezia e Manfredonia.
La vostra è una vittoria meritata, siete stati in testa dalla prima all’ultima giornata.
E’ stata una cavalcata fantastica, ma ce la siamo dovuta sudare fino alla fine, come tutte le cose, te le devi sempre guadagnare.
Ad un certo punto avete avuto paura di non farcela?
Non tanto paura, ma tensione, dopo aver fallito le partite di Modena, Padova e poi Lanciano la tensione aumentava, era come se la promozione ci fosse dovuta, ma non è così, può anche succedere che alla fine non raggiungi l’obiettivo nonostante lo meriti. Abbiamo messo davanti a tutto questo aspetto, bisognava saperlo, ne abbiamo parlato e ne siamo stati consapevoli, da un lato può anche limitarti e spaventare, ma dall’altro ti può lanciare verso la vittoria e così è stato. I ragazzi sono stati perfetti ad interpretare l’ultima partita contro il Livorno, hanno dato tutto. I complimenti vanno fatti a loro e all’allenatore.
Come mai ha deciso di intraprendere questa nuova carriera da vice allenatore?
Si tratta di un’esperienza iniziata quattro anni fa con mister Di Francesco, me l’ha proposta lui, ci eravamo conosciuti e abbiamo lavorato insieme quando io ero allenatore e lui direttore sportivo della Val di Sangro, poi abbiamo fatto qualcosa insieme anche a Lanciano, Pescara e Lecce prima di Sassuolo.
Non è che adesso le viene voglia di tornare a fare l’allenatore in prima?
La voglia di allenare è sempre dentro di me, ma non è che ricoprendo questo ruolo non si alleni, non sono l’allenatore della squadra, ma mi occupo di giovani, di visionare le partite degli avversari e di tante altre cose. Comunque proseguirò come vice.
La Serie A per lei non è una novità, l’ha già vista con il Lecce due anni fa, anche se per poco tempo.
Infatti quella è un’esperienza che non mi è piaciuta. Il nostro obiettivo è di fare molto meglio e di salvarci.
Sarà l’occasione anche per incontrare alcuni dei giocatori avuti a Vasto, come Biagianti e Cazzola.
Ho sempre detto che sarebbero arrivati, su Biagianti ci avrei messo la mano sul fuoco, su Cazzola sapevo che avrebbe avuto bisogno di un po’ più di tempo e infatti così è stato.
C’è qualcuno di quel gruppo che avrebbe meritato di più?
Gerardo Schettino, quell’anno fece un campionato incredibile, ma non capisco perché non si sia mai più ripetuto altrove.
Città come Sassuolo e Lanciano hanno più o meno lo stesso numero di abitanti di Vasto, come si arriva così in alto?
Io ho sempre creduto in primis nella programmazione, non si può spendere per capriccio, perché voglio un giocatore anche se non mi serve. Inoltre si deve puntare sul settore giovanile, ci sono tante piccole cose che messe insieme ti possono fare andare molto avanti. Ovviamente ci vogliono anche degli imprenditori che in tempi come questi possono unirsi e lavorare insieme per raggiungere un obiettivo importante. A Vasto quell’anno la società aveva tanti giovani interessanti e con i premi di valorizzazione dovrebbe avere anche incassato qualcosa, si poteva continuare in quel modo, ma si è deciso di fare diversamente limitando le spese.
Perché è andato via?
Pensavo che dopo un campionato del genere si volesse proseguire su quella strada, sarei rimasto volentieri, invece non è stato possibile.
Che ricordo ha di Vasto?
Bellissimo, sono stato molto bene, indimenticabile lo stadio pieno in casa contro il Melfi, uno stadio che amo per la sua disposizione, il pubblico è sopra i giocatori e li accompagna durante la partita.
Tornerà?
Vengo raramente, ma tornerò a breve per mantenere una promessa fatta all’ex presidente Mimmo Crisci, oltre a lui ho ancora degli amici come Maurizio Natali, Franco Nardecchia e sento Di Meo, Biagianti e Schettino.