Il Real Tigre ha vinto il campionato di Prima Categoria garantendosi l’accesso alla Promozione ai danni del Borrello. Un’impresa che da almeno 20 anni non riusciva a nessuna squadra di Vasto e del Vastese. Ce l’ha fatta una squadra di amici, un mix di ragazzi di belle speranze e qualche vecchio marpione, che dal 2009 ad oggi ha perso solo 9 partite in campionato. Abbiamo parlato di questa indimenticabile stagione con il direttore sportivo Marco Sisti, tra gli artefici di un grande successo.
Sinceramente, te lo aspettavi?
No, ero il primo a non crederci all’inizio, poi ho visto come lavoravamo e ho iniziato ad esserne sempre più convinto.
Com’è stato possibile?
Abbiamo iniziato quattro anni fa e i primi due in Terza Categoria avevamo in rosa solo ragazzi del posto, con uno spirito totalmente dilettantistico. Poi ci siamo organizzati, il gruppo è rimasto più o meno lo stesso, aggiungendo dei tasselli importanti. In Seconda Categoria abbiamo preso in blocco il gruppo della San Paolo Calcio composto da Vetta, Sabatini, Spadaccini, Sottile e Smerilli, che erano tutti titolari, oltre a Madonna dallo Scerni. In questo modo abbiamo posto le basi per il nostro futuro. Loro erano e sono molto amici, abbiamo puntato su questo, pur di giocare ancora insieme hanno cambiato squadra.
La vostra politica non prevede stipendi e sembra funzionare.
I primi tre anni non abbiamo pagato nulla, nessun rimborso, solo qualche cena, siamo andati avanti solo per amicizia, ma nonostante questo non abbiamo fatto mancare mai nulla ai ragazzi dal punto di vista organizzativo. Abbiamo fatto tutto quasi a costo zero, poi dalla Prima Categoria abbiamo iniziato a dare un piccolo premio partita uguale per tutti i 18 convocati che è davvero minimo. La cifra totale spesa da noi è irrisoria rispetto a quelle che si sentono nel nostro campionato, circa un quarto di quanto ha speso il Borrello e nonostante tutto abbiamo sempre migliorato la rosa.
In questo modo riuscite a convincere anche i big come Madonna e Sputore?
Sì, la regola vale per tutti, Sputore veniva da un periodo difficile e voleva rilanciarsi, ma per motivi di lavoro non poteva allontanarsi da Vasto e ha deciso di mettersi in discussione giocando con il gruppo dei suoi amici, oltre ai giocatori è anche mio amico e del mister, non ha avuto problemi a venire, per noi è stata la ciliegina sulla torta. Lo stesso discorso vale per Madonna che era già nostro e ha preferito tornare dal Real San Salvo.
Chi non gioca non crea davvero nessun problema?
Abbiamo una rosa di 25 giocatori, da agosto ad aprile non si sono mai lamentati, anche chi ha visto il campo pochissime volte è fondamentale per la vittoria. Portellini, Sanconcordio, Bogatsu erano titolari e poi non lo sono stati più, ma hanno dato comunque un grande contributo. Se siamo riusciti a migliorare la rosa quest’anno a dicembre con Sputore, Madonna e Di Foglio il merito è tutto del gruppo che ha iniziato, sono loro che hanno permesso a questa squadra di essere in alto a lottare con il Borrello per la Promozione, così la situazione è diventata interessante per i giocatori che sapendo di poter lottare per vincere venivano volentieri. Se fossimo stati più distanti dalla vetta forse non avrebbero accettato. Il merito è di chi ha lasciato il posto agli altri.
Ferrazzo e Portellini sono due tue scoperte.
Ferrazzo è arrivato nel 2010 in Terza Categoria, con Carlucci e Mastrangioli sono gli unici ad aver vinto tre campionati di fila. Era nel Vasto Marina, ma faceva panchina, la sua volontà ha fatto la differenza. All’inizio per problemi di inserimento giocava poco, ma nonostante tutto è rimasto umile e concentrato, ed è diventato il nostro bomber per tutti questi anni. Portellini è un ’92, l’ho conosciuto a Lentella dove ero direttore sportivo, a 16 anni ha fatto 20 gol che hanno permesso ai suoi di vincere il campionato. Poi è passato alla Virtus Cupello, ha giocato in Promozione ed Eccellenza. Serviva un fuoriquota l’anno scorso e l’ho convinto, lui ha sposato in pieno il progetto grazie all’amicizia che ci lega, è stato fondamentale nel girone di andata, è un ragazzo umile, si è adattato alla squadra e non ha mai preteso il posto.
C’è stato qualche momento brutto in questa stagione?
La sconfitta interna contro il Fossacesia, anche se era inizio campionato, non perdevamo in casa dalla prima stagione e poi l’infortunio di Manzi a febbraio, ci ha privato di un elemento di spessore in campo e di un elemento importante per il gruppo.
E una delusione?
Quando nelle interviste i dirigenti del Borrello dopo la partita di ritorno ci hanno etichettato negativamente, come ubriaconi, per questo i ragazzi hanno avuto l’idea di dedicare loro la maglia celebrativa. Anche dopo l’ultima giornata non ci hanno fatto i complimenti per la vittoria mancando a mio parere di sportività. Nonostante tra loro ci siano ragazzi che sento quotidianamente come Lupo che si è complimentato. Sono partiti con i favori del pronostico e noi gli abbiamo rovinato i piani. Una parte del loro gruppo, come il ds D’Orazio e Di Giuseppe, avevano stravinto il campionato a Perano e pensavano di fare altrettanto anche quest’anno già a novembre, nel calcio non è detto che chi spende di più arriva primo. Hanno dimostrato di avere organizzazione e gioco, ma noi ci abbiamo messo applicazione e impegno, è stata la vittoria del gruppo.
Qualche nome inizia già a circolare per la prossima stagione, cosa puoi dire?
Per prima cosa penseremo alla Juniores, anche se è ancora tutto da definire. Il gruppo della prima squadra è confermato, poi in base alle esigenze di giocatori e allenatore decideremo, ci sarà sempre la massima gratitudine per chi ci ha portato qui. Al momento manca qualche fuoriquota, siamo già al lavoro, anche per convincere qualche big, li abbiamo già in mente. Puntiamo ai giocatori locali che per lavoro non si possono spostare, la politica è sempre questa.
La solita domanda, che si ripete da tre anni e vi ha portato fortuna, hanno già cominciato a porvela: non vorrete mica fare l’Eccellenza?
Questo è stato un miracolo, se lo aspettavano in pochi, mi riempie di orgoglio, nonostante lo scetticismo iniziale di molti addetti ai lavori. Metterei la firma per un campionato dignitoso, per toglierci qualche soddisfazione, l’obiettivo principale è quello di mantenere la categoria, è chiaro che ognuno di noi ha il sogno di andare più avanti possibile, per le nostre forze la Promozione è il massimo, anche perché ci spettano delle agevolazioni, ma le spese ci sono, però nel calcio mai dire mai.
L’anno prossimo giocherete a Cupello?
Al 99% rimarremo a Vasto Marina, noto ormai come il Marinacanà. Per le caratteristiche della nostra squadra attuale è un punto di forza, per gli avversari è un inferno. Ci piacerebbe avere strutture migliori, come a Cupello, ma ottimizziamo ciò che abbiamo.
Di chi sono i meriti di questa vittoria?
Della presidentessa Simonetta Baiocco e di mister Antonio Liberatore, sono due persone buone d’animo, hanno fatto tanto per tutto il gruppo, la vittoria è loro che sono gli artefici principali, grazie alla passione e all’impegno economico, anche se bassi i costi ci sono. Ma anche di tutto lo staff e dei giocatori, in particolare Mino De Foglio, una scoperta, è nata una bella amicizia, è un ragazzo speciale al quale voglio molto bene. Grazie anche a Marco Manzi, ha subito un brutto infortunio, prima dell’ultima partita si è commosso, le sue sono lacrime di gioia, resterà un ricordo indelebile nella mia mente. E poi Peppe Sottile e Bogatsu che sono due amici di lunga data con cui ho condiviso un anno eccezionale, oltre ad Antonio Bozzelli, ha giocato meno, ma è quello a cui tengo di più, è stato grande. Non siamo stati mai soli, sostenuti dai nostri tifosi, li ringrazio a nome della società, in questi anni ci hanno accompagnato in un’esaltante cavalcata. Grazie anche a tutti i giocatori di tutte le stagioni, è anche merito loro se oggi siamo in Promozione.