“L’adesione è stata massiccia, circa il 65-70% dei dipendenti, gli impianti sono fermi”. Gazebo, bandiere e striscioni ieri davanti ai cancelli dell’Arkema, l’azienda che produce resine nella zona industriale di Gissi, a pochi passi dallo stabilimento ex Golden Lady. Era rimasta una delle poche aziende della Val Sinello a non aver risentito pesantemente della crisi. Ora, invece, il gruppo che ha 13mila dipendenti in tutto il mondo, ha deciso che tra Gissi e Borreto (Reggio Emilia) dovranno esserne mandati via 17. Sei in Abruzzo, 11 nell’altra fabbrica. Ma i dipendenti non ci stanno, anche perchè la multinazionale statunitense è “in salute”, come hanno spiegato i sindacalisti Rucci e Zerra. Oggi sono 63 le persone che lavorano nello stabilimento. Provengono da tutto il Vastese e anche da Lanciano e Chieti.
“Negli ultimi due anni ci sono state delle difficoltà, come in tutto il mondo. Ma non si può certo parlare di crisi, anche perchè la produzione si rivolge a mercati vari”. E’ Antonello Mancini, rappresentante Rsu Cgil, a spiegare la situazione. Con lui ci sono tanti suoi colleghi, che hanno incrociato le braccia nel primo turno di sciopero, mentre gli altri proseguiranno fino a notte. “L’azienda non vuole sentire ragioni e ha detto di volere i 6 nomi delle persone da mandare via. Noi chiediamo provvedimenti diversi, come la cassa integrazione o la solidarietà per superare il momento critico e rivalutare in seguito. Speriamo che nel tavolo ministeriale, che ci sarà entro il 20 maggio, si possa trovare una soluzione”.
Lo stabilimento aprì i battenti nel 1989, con la Ferri Chimica, poi nel 1994 il passaggio alla Cray Valley, del gruppo Total, fino all’acquisizione da parte di Arkema Coatings, nel luglio 2011. “Sembrava andasse tutto bene – aggiunge uno dei lavoratori presenti al presidio dello sciopero- anche perchè furono assunti anche gli interinali che c’erano. Ora, invece, arriva questa notizia inaspettata”.
Davanti all’Arkema è presente anche una rappresentanza dei Cobas, con il segretario provinciale Domenico Ranieri. “Sono molto perplesso per questa situazione. Il nostro pensiero è in linea con quello delle altre organizzazioni sindacali sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali da applicare. Il nostro messaggio all’azienda è ancora più duro, perchè ci organizzeremo per portare all’esterno situazioni mai uscite dalla fabbrica”.