“A Vasto l’emergenza sicurezza ha raggiunto livelli stratosferici. Non è più tollerabile che Prefettura e Questura continuino a dichiarare che in città non v’è emergenza sicurezza”. Lo afferma Riccardo Alinovi, referente locale dell’associazione Codici-centro per i diritti del cittadino.
“Non è più tollerabile che a Vasto sempre più spesso delinquenti pluripregiudicati possano rapinare in pieno giorno alle Poste in una fascia oraria dove spesso si trovano anziani e gente comune, questo non possiamo piu permetterlo, questo è un chiaro segnale che non hanno paura di niente e di nessuno, infischiandosene dell’autorità giudiziara. E’ ora di dire basta, ci vuole il polso duro”, afferma Alinovi, che invita il procuratore capo, Francesco Prete a “chiedere un summit con il questore , il prefetto e il sindaco per cercare di mettere fine a questi episodi pericolosi”.
Nel mirino di Codici finisce anche la politica locale: “Il silenzio assordante delle istituzioni vergognosamente responsabili e ancor più grave. Non si può continuare a far finta che il problema non esista. Bisogna agire e pure in fretta. Perché l’assessore Olivieri non spiega ai vastesi dove sono finiti i soldi della videosorveglianza che il Comune promette da 7 anni?
E’ ora di agire. Per noi significa dotare tempestivamente le zone calde di Vasto di polizia h24 e sfruttare anche il Corpo dei vigili urbani per la prevenzione. L’assessore Olivieri dovrebbe mettere a disposizione del vicequestore Ciammaichella il personale della polizia urbana, preparandolo anche a svolgere il servizio notturno, come accade in altre città. Credo sia arrivato il momento di mettere mano in maniera seria alla politica della sicurezza cittadina, se non vogliamo che la nostra città raggiunga un punto di non ritorno. Nei prossimi giorni chiamerò telefonicamente il segretario nazionale di Codici, avvocato Ivano Giacomelli, chiedendogli di voler conferire con il ministro dell’Interno per rappresentare l’emergenza sicurezza che sta vivendo Vasto ormai da troppo tempo”.
Secondo Codici, “Vasto nel passato era considerata come una specie di isola felice ossia una città priva di infiltrazioni mafiose. Spesso, infatti, anche le stesse istituzioni si mostravano restie a voler parlare di criminalità organizzata nel territorio. Oggi, invece, a Vasto e maggiormente in Abruzzo appare evidente la non esistenza di un’organizzazione che detenga l’egemonia sulle varie attività criminali svolte nel territorio, come avviene per altre regioni d’Italia, vedesi la Campania dove regna la camorra o la Calabria dove troviamo la ‘ndrangheta, ma al contrario ci si presenta con un tessuto penetrato da diverse organizzazioni criminali, sia del sud Italia. A fianco a queste organizzazioni troviamo la criminalità organizzata locale.
Troviamo diversi casi di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite ad opera delle mafie del sud Italia o delle organizzazioni criminali che sempre con maggiore facilità possono disporre di ingenti quantità di denaro da reinvestire. Queste, infatti, hanno da diverso tempo individuato l’Abruzzo come un territorio ottimale per investire i loro proventi nell’acquisto di terreni, immobili, attività commerciali e imprese, poiché la nostra regione essendo considerata di non vaste dimensioni con una posizione ottimale per i collegamenti verso altri territori e percepita in generale come un territorio dall’apparenza tranquilla sotto il profilo criminale e con una popolazione poco propensa a denunciare eventuali episodi di sospetta illegalità”.