Ore 20 – Per l’accusa di calunnia, si sono costituiti parte civile sia il rumeno Gelu Chelmus che Giovanni Giuliano. I loro avvocati (Giuseppe Piserchia e Andrea Chierchia per Chelmus, Marisa Berarducci per Giuliano) hanno chiesto 250mila euro di risarcimento più 50mila euro di provvisionale per ognuno dei loro assistiti.
Ore 19 – “La confessione è stata tardiva. In ogni caso, l’imputato ha ammesso di aver compiuto il delitto e la condanna ci sarà. E’ venuta meno anche l’ipotesi dell’incapacitò d’intendere e di volere sostenuta dalla difesa”. Così l’avvocato Giovanni Cerella, che insieme a suo figlio Antonino rappresenta i familiari di Albina Paganelli, commenta la lunghissima udienza di oggi, iniziata poco dopo le 9.30 e terminata alle 16.45. “Il rinvio della sentenza? Non è per noi una sorpresa, vista la gravità di questa vicenda giudiziaria. E’ una disgrazia per chi è morto e per chi ha ucciso”.
Ore 17.15 – “Vito Pagano ha pronunciato il aula delle dichiarazioni spontanee. Ha chiesto scusa alla famiglia di Albina Paganelli, al pm Ciani e a tutti”. Lo afferma l’avvocato Clementina De Virgiliis all’uscita dall’aula del piano terra del palazzo di giustizia di Vasto, dove si è tenuta l’udienza del processo per l’omicidio di San Salvo.
Ore 16.46 – La sentenza è stata rinviata al prossimo 21 maggio.
Ore 15.45 – La pubblica accusa, rappresentata in aula dai pm Ciani e Medori, ha chiesto 30 anni di reclusione. Diverse le richieste della difesa: non imputabilità di Pagano, o vizio parziale di mente o, in subordine, il minimo della pena, previa derubricazione da omicidio aggravato a omicidio semplice con le attenuanti generiche e quelle relative al risarcimento danni e alla riduzione per il rito abbreviato.
Ore 12.30 – Dopo 45 minuti di sospensione è ripresa l’udienza. Il giudice Anna Rosa Capuozzo ha bocciato le due eccezioni sollevate dalla difesa riguardo alla perizia sulla capacità d’intendere e di volere dell’imputato e all’esclusione di una parte civile: Valentino Paganelli, fratello della vittima, “che non è erede perché c’è la figlia. Entrambe le nostre eccezioni sono state respinte”, racconta l’avvocato difensore Fiorenzo Cieri, secondo cui il delitto è dovuto a “dolo d’impeto”. Il processo passa alla fase delle arringhe dei pm Ciani e Medori.
Ore 9.50 – La porta dell’aula delle udienze del piano terra si è chiusa alle 9,36. Trattandosi di un rito abbreviato, la seduta si svolge a porte chiuse.
Presenti gli avvocati difensori e i legali di parte civile, oltre al giudice, Anna Rosa Capuozzo.
L’attesa – E’ il giorno del processo e della sentenza. Giunge oggi al punto di svolta la vicenda giudiziaria dell’omicidio di San Salvo.
La difesa di Vito Pagano ha chiesto il rito abbreviato, che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Il 28enne sansalvese “ha fatto pervenire una lettera di scuse alla famiglia Paganelli”, diceva il 15 febbraio scorso l’avvocato Fiorenzo Cieri che, insieme alla sua collega Clementina De Virgiliis, difende l’accusato dell’efferato delitto. La vittima, Albina Paganelli, è stata assassinata il 14 agosto 2012 con 18 coltellate nella sua casa di via Fedro, a San Salvo. Dalla sera della vigilia di ferragosto, Vito Pagano è in cella a Vasto, nel carcere di Torre Sinello. Pagano ha offerto, a titolo di risarcimento, la casa in costruzione di cui è proprietario al 50%. I familiari di Albina Paganelli, rappresentati dagli avvocati Giovanni e Antonino Cerella, hanno rifiutato, contestando il reale valore dell’immobile: 400mila euro secondo la difesa, appena 25mila secondo la parte offesa.
Nell’incidente probatorio, il giovane è stato riconosciuto capace d’intendere e di volere. Di conseguenza, può essere processato. Oggi è il giorno decisivo. La pubblica accusa contesta all’imputato l’omicidio volontario. Sulla stessa linea d’onda la parte civile: “E’ entrato incappucciato e col coltello in mano nella casa della vittima”, dice Cerella. Un’ipotesi, quella della volontarietà, contestata dalla difesa.
Col rito abbreviato, il procedimento penale nei suoi confronti non si svolge in Corte d’assise, ma dinanzi al gup di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, e a porte chiuse. L’udienza è fissata alle 9. In camera di consiglio si deciderà il destino dell’imputato.