Sta per tornare nelle Marche. Dopo l’udienza di convalida dell’arresto, verrà trasferito a Pesaro, a disposizione della magistratura marchigiana, l’albanese Rubin Taleban. Secondo gli investigatori, è stato lui, insieme al 28enne suo connazionale Altistin Precetaj a sfregiare al volto con l’acido l’avvocato pesarese Lucia Annibali.
Rubin Taleban, trentunenne albanese di Scutari, e’ soprannominato il gelido per la sua freddezza.
Appena i carabinieri lo hanno catturato, a conclusione del blitz di ieri notte a San Salvo Marina l’albanese, secondo quanto si apprende, si e’ chiuso nel piu’ assoluto mutismo. Di Taleban i carabinieri di Pesaro, guidati dal colonnello Giuseppe Donnarumma, sapevano tutto: anche della fitta rete di complici su cui poteva contare per lasciare l’Italia. Ai militari e’ bastato monitorare alcuni gruppi di suoi concittadini, capaci di organizzare espatri clandestini e molto inseriti nel tessuto criminale italiano, e attendere che si presentasse a chiedere aiuto.
Nei giorni di latitanza, il pregiudicato albanese si era fatto crescere la barba per nascondere il neo che ha sul viso e che lo avrebbe reso facilmente riconoscibile ai controlli di frontiera. Il piano di fuga sarebbe dovuto scattare ieri, in occasione della festivita’ del primo Maggio da San Salvo Marina, mescolato insieme ad altri passeggeri all’interno di un furgone diretto verso l’Est Europa;. Prima tappa a Trieste, approfittando del confine aperto, e poi in direzione sud, verso la Slovenia e poi la costa dalmata e montenegrina, con destinazione finale Scutari, la sua citta’ natale. Di Taleban i carabinieri di Pesaro, guidati dal colonnello Giuseppe Donnarumma, sapevano tutto: anche della fitta rete di complici su cui poteva contare per lasciare l’Italia. Ai militari e’ bastato monitorare alcuni gruppi di suoi concittadini, capaci di organizzare espatri clandestini e molto inseriti nel tessuto criminale italiano, e attendere che si presentasse a chiedere aiuto. Nei giorni di latitanza, il pregiudicato albanese si era fatto crescere la barba per nascondere il neo che ha sul viso e che lo avrebbe reso facilmente riconoscibile ai controlli di frontiera. Il piano di fuga sarebbe dovuto scattare ieri, in occasione della festivita’ del primo Maggio da San Salvo Marina, mescolato insieme ad altri passeggeri all’interno di un furgone diretto verso l’Est Europa.
Prima tappa a Trieste, approfittando del confine aperto, e poi in direzione sud, verso la Slovenia e poi la costa dalmata e montenegrina, con destinazione finale Scutari, la sua citta’ natale. I reati di cui e’ accusato Taleban sono: lesioni personali pluriaggravate gravissime in concorso anche se, sempre secondo quanto si apprende, il profilo dell’accusa sia per Taleban che per Varani, potrebbe cambiare in conseguenza ai risultati degli esami effettuati nei giorni scorsi dal Ris di Roma, che a Pesaro hanno repertato le automobili di Varani e della Annibali, come anche l’appartamento dell’avvocatessa, per verificare la concentrazione di acido solforico utilizzato per l’aggressione.
Al momento non e’ certo che si tratti di vetriolo, ma le lesioni provocate sul volto della donna sono cosi’ gravi che gli inquirenti potrebbero valutare il profilarsi dell’accusa di omicidio colposo. Tra le ipotesi precendenti l’aggressione, la scientifica dell’Arma sta inoltre effettuando una serie di esami tecnici su alcune tubature per scoprire se la fuga di gas, che si verifico’ in casa di Lucia Annibali nel febbraio scorso, poi riparata da un tecnico, possa essere stata causata da un sabotaggio dell’impianto.