Nuova battaglia per evitare la chiusura del Tribunale di Vasto e di altri 30 palazzi di giustizia italiani. Contro la riforma della geografia giudiziaria, che dispone l’accorpamento delle piccole sedi a quelle dei capoluoghi di provincia, gli avvocati torneranno a incrociare le braccia: sciopero il 29 e 30 maggio, che comporterà l’astensione dalle udienze e, di conseguenza, il rinvio di molti processi civili e penali.
“L’iniziativa ci è stata comunicata proprio oggi dall’Oua, organismo unitario dell’avvocatura”, ha detto ieri Vittorio Melone, segretario dell’Ordine forense di Vasto. “E’ in programma una manifestazione a Roma per protestare contro la soppressione delle sedi giudiziarie subprovinciali. Ma attendiamo con fiducia la sentenza della Corte costituzionale. Il fatto che i giudici della Consulta abbiamo anticipato al 2 e al 3 di luglio il giudizio di legittimità costituzionale sulla riforma Severino ci fa ben sperare”.
L’Abruzzo, a causa del terremoto del 2009 e dell’inadeguatezza dei palazzi di giustizia di Chieti e L’Aquila, ha ottenuto una proproga fino a settembre 2015, fermo restando che le sedi accorpanti potranno fara rimanere aperti i piccoli Tribunali per altri cinque anni, se questo è necessario a smaltire i processi pendenti. Ma è chiaro che la partita per la salvezza dei piccoli palazzi di giustizia si gioca da qui a luglio. A rischio sono 31 Tribunali, altrettante Procure della Repubblica, 220 sezioni distaccate e 646 uffici del giudice di pace.
Il giudizio di costituzionalità – La Corte costituzionale è il giudice delle leggi. Non giudica le persone, ma le leggi. Nessuna legge può esistere, se è in contrasto con la Costituzione. In caso di contrasto, la Costituzione vince, la legge perde e viene eliminata, totalmente o parzialmente, con una sentenza della Corte costituzionale.