Michele Marrollo, conosciuto anche come Lino, è nato a Genova 60 anni fa, dove vive ancora oggi, da papà vastese e mamma genovese. Padre di due figli, Marco 26 anni e Francesca 22, nonostante la distanza resta innamoratissimo della nostra città. “Mio padre viveva vicino Palazzo D’Avalos, se potessi lascerei tutto e verrei a stare da voi, per adesso mi accontento di tornare in estate e tutte le volte che posso, lì ho tanti amici” dice ridendo.
Il suo è un legame molto forte anche con la Pro Vasto, negli anni ’70 è stato protagonista nelle vesti di tifoso di tante trasferte a bordo della sua Alfa Romeo Alfasud. “Oltre ad essere innamorato della vostra città ho da sempre la passione per il calcio, mio figlio gioca a pallone, ha militato anche in Serie D, se fosse per me lo vorrei vedere con la maglia della Vastese, sarebbe il mio sogno. Ammetto di avere anche un altro amore, la Sampdoria”.
Stagione 1974/75, Michele vive già a Genova e la Pro Vasto viene inserita a sorpresa nel girone del nord del campionato di Serie C dove ci sono Modena, Rimini, Sangiovannese, Grosseto, Lucchese, Empoli, Massese, Spezia, Livorno, Riccione, Montevarchi, Pisa, Ravenna, Novene, Carpi. “Non so per quale motivo fosse stata inserita in quel girone, era duro, ma finimmo al 6° posto e per me è stata una stagione indimenticabile. Tutte le domeniche in cui la squadra giocava fuori Vasto, ma vicino casa mia, ho avuto la possibilità di seguirla in trasferta, alcune mete erano poco distanti. Alla dirigenza e alla squadra quel raggruppamento non piaceva, i viaggi erano più lunghi e i costi per gli spostamenti superiori”.
Quali erano i tuoi idoli? “Mazzetti, Renzo Rossi, Melotti, Cappotti, era proprio una bella squadra, li ricordo tutti. Ma c’erano anche Bozza, Iacoboni, Perticone, Taverna, Lo Vecchio, Raimondi, Savastio, mi emoziono ancora a pronunciare quei nomi”.
Come si svolgevano le vostre trasferte? “Non abbiamo fatto nulla di speciale, in auto seguivamo il pullman della Pro Vasto, avevo la classica Alfasud rossa che all’epoca andava molto di moda. La prima partita è stata a Novi Ligure contro la Novese. Eravamo abbastanza a partire da Genova perché in quegli anni i vastesi qui erano numerosi, ricordo Cesario Vinci il postino e Tonino Ragni, tutti appassionati e legati a questa squadra. Ci muovevamo in un raggio di circa 300/400 chilometri, appena era possibile partivamo, non ci fermava nessuno”.
“Non si viveva solo di calcio – aggiunge Michele – le trasferte non si limitavano alla semplice partita, io e i miei amici ci informavamo tramite la società per sapere dove andavano i giocatori in albergo e noi andavamo o il giorno prima della partita o la domenica mattina. Spesso mangiavamo con i vari dirigenti e dopo la gara quando uscivano dagli spogliatoi ci si salutava, poi loro andavano in direzione Vasto, noi verso Genova, passando per la casa dei genitori di mister Uzzecchini”.
Il racconto si arricchisce di altri particolari. “Veniva in auto anche Renzo Rossi che all’epoca giocava e seguiva il pullman insieme ai familiari e ai figli dei giocatori tutte le domeniche. I miei amici erano Lucio Ritucci e Tonino Recinelli, lo chiamavano cocciamatta. C’era anche mister Renzo Uzzecchini, che è di Sestri Levante, ogni trasferta mi dava qualcosa da riportare ai suoi genitori, è nata un’amicizia che dura ancora oggi, ci sentiamo ogni tanto. Adesso ha abbandonato il calcio – rivela Michele – , ha quasi 80 anni, gestisce un’edicola, fino a qualche anno fa era in federazione e faceva corsi per allenatori. Quando ci incontriamo parliamo sempre di Vasto e di quanto sia bella, anche lui ne è innamorato, soprattutto dei cavatelli alla pescatrice. E’ rimasto due stagioni e mi racconta tanti aneddoti e retroscena, ce l’aveva con Di Paolo e Lo Vecchio. Sua figlia, che all’epoca era una bambina, ricorda la vostra città con molto affetto. Anche con Guido Mazzetti è nato un bel legame, lui è un grande”.
Nostalgia di quegli anni? “Erano altri tempi, si poteva andare in trasferta senza problemi ed era un calcio diverso, più semplice, con un maggiore attaccamento alla maglia, maggiore divertimento, oggi è molto legato al business e non tutti i procuratori si comportano correttamente, le società devono adattarsi alle loro richieste, prima questo era impensabile, la società comandava. A quei tempi uno come Lo Vecchio guadagnava 500.000 lire, erano bei soldi, ma non hanno nulla a che vedere con le cifre attuali”.
Oggi segui ancora il calcio vastese? “Ho visto nel 2009 la partita della poule scudetto a Noceto, ho incontrato tanti amici. Ora mi informo su internet leggo i risultati la domenica, sono felice per come sia andata questa stagione, spero che si prosegua così, che Vasto torni dove merita e le cose vadano sempre per il meglio, proprio come in quella indimenticabile stagione, spero che questo racconto sia di buon auspicio”.
Le immagini sono prese dal libro Storia del calcio vastese.