In aula si sono ignorati. Non si sono mai incrociati gli sguardi di Marco e Nicoletta Del Vecchio, rispettivamente indiziato e parte offesa nella tragica vicenda dell’omicidio dei loro genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, di 78 e 75 anni, ammazzati il 17 novembre 2012 con 111 coltellate nella loro casa di via Anghella, nel centro abitato di Vasto.
Nell’aula delle udienze preliminari, al piano terra del palazzo di giustizia di via Bachelet, stamani erano presenti, oltre al giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti, e al pubblico ministero, Enrica Medori, c’erano Marco Del Vecchio, il 37enne accusato di aver assassinato il padre e la madre, sua sorella Nicoletta, il consulente tecnico d’ufficio, Ferruccio Canfora, i periti della Procura (Giuseppe Orfanelli), della parte lesa (Roberta Bruzzone) e della difesa (Francesco Bruno), gli avvocati di difesa (Raffaele Giacomucci) e parte lesa (Gianni Menna).
“Oggi davanti al gip si è formata una prova importante -spiega l’avvocato Gianni Menna-, decisiva ed in via anticipata a nostro favore, atteso che il dottor Canfora ha confermato un tutte le sue parti la sua perizia”. L’udienza di oggi ha “evidenziato che l’indiziato è socialmente pericoloso, non in termini psichiatrici, ma sotto l’aspetto giudiziario. Per questo, deve restare in carcere, dove gli verrà assicurata assistenza, ma sarà ammesso al regime dei detenuti comuni. Dopo i risultati della seconda tranche degli accertamenti tecnici irripetibili eseguiti dal Ris di Roma, io e la criminologa Roberta Bruzzone chiederemo nuove indagini sulla scena del crimine per ricostruire con precisione quanto accaduto nella casa di via Anghella il 17 novembre scorso”.
Il criminalista della difesa, Francesco Bruno, ha presentato una controperizia con risultati differenti rispetto a quelli cui è giunto il consulente del gip.
La Procura ora si prepara a chiedere il rinvio a giudizio del 37enne.