“All’azienda abbiamo chiesto di fare qualche passo indietro, considerando che per un anno i lavoratori hanno rinunciato al premio di partecipazione”. Arnaldo Schioppa, segretario provinciale della Uilcem Uil, riassume la posizione dei sindacati confederali sulla trattativa Pilkington. Le posizioni sono ancora distanti.
Stante il protrarsi della crisi economica che ormai da quattro anni ha bloccato e il mercato dell’automobile, la multinazionale giapponese che a San Salvo produce parabrezza e finestrini ha individuato criteri restrittivi con cui distribuire ai 1800 lavoratori della fabbrica il premio di risultato: una somma che, nel prossimo triennio, non supererà il 1350 euro complessivi (contro i 1800 precedenti) e verrà pagata solo nel caso in cui si verifichino tre fattori: lo stabilimento deve raggiungere determinati risultati produttivi, l’intero gruppo nipponico, i cui conti sono in rosso da anni, deve riuscire a risollevarsi, traendo profitto dalla produzione dei prossimi tre anni, e i lavoratori devono ridurre al minimo le assenze, anche quelle per malattia.
Tre parametri che i sindacati considerano in buona parte irrealizzabili. “Sul primo – racconta Schioppa – c’è stata un’apertura da parte dell’azienda, cui abbiamo chiesto di fare qualche passo indietro, in particolare sul criterio della presenza degli operai sul luogo di lavoro. La Pilkington deve considerare il fatto che per un anno i lavoratori hanno rinunciato al premio di partecipazione. L’azienda venga incontro ai suoi dipendenti e dia loro motivi per credere in un obiettivo comune da raggiungere”.
Prossimo incontro il 29 aprile.