Il problema della sicurezza non è certamente da sottovalutare ma la risposta delle ronde è vecchia e già morta. Le ronde sono state un’iniziativa nata nel Nord Italia quale elemento di speculazione politico culturale da parte di una forza territoriale e demagogica come la Lega Nord.
Il problema reale della sicurezza, percepito dai cittadini, nasce dall’aumento della microcriminalità che affonda le proprie radici nella crisi economica e nella conseguente mancanza di futuro. La miope risposta della Ronda a tal problema è evidentemente decomposta, demagogica e illusionista.
Come può un singolo cittadino sostituirsi alle forze dell’ordine senza mezzi e preparazione? Come si può illudere la gente che sia sufficiente una maglietta e una passeggiata serale, che finisce in qualche bar per una birra insieme, a sconfigge la criminalità? Nel caso vastese, inoltre, con una ronda serale goliardica rischiamo di far percepire il pericolo anche quando non c’è, e il cento storico sa quanta necessità di vita quotidiana ha bisogno per riaprire gli affari.
Queste sono in pratica le evidenti conclusioni emerse in tutte le città in cui il sistema è stato applicato con una conseguente dismissione delle ronde. A Vasto ci arriviamo con tre anni di ritardo, ma ancora una volta per propaganda politica, null’altro!
Mi imbarazza dover scrivere di un tema così attuale utilizzando risposte molto vecchie e inefficaci: le ronde. Persone che dedicano la propria vita a un impegno politico dovrebbero sfruttare il loro tempo per trovare risposte moderne e innovative. Pensare alla repressione fatta in casa quale mezzo di risposta, denota sintomi chiari di una destra che affonda la sua azione politica nel populismo. Se parlo di risposte di destra è perché soluzioni simili sono venute fuori solo in città governate dalla destra e sono naufragate nel demagogia più smisurata a causa della loro inefficacia.
I problemi della mia città sono affrontati in maniera pressapochistica senza dare ai cittadini una risposta reale. I vastesi, di certo, vorrebbero sapere quale futuro questa città offrirà ai loro figli e soprattutto vorrebbero, non autoproclamazioni di rappresentanza, ma un impegno serio e innovativo. Ma anche per essere innovativi occorre intelligenza, preparazione e cultura.
Al posto delle ronde proporrei al Comune di ampliare l’offerta commerciale del centro con contributi sulle ristrutturazioni, esenzioni di IMU e suolo pubblico, collaborazioni con le associazioni per manifestazioni, congressi, fiere e tornei sporti. Ci vuole stimolo all’economia, riapertura degli spazi della città. Queste azioni potrebbero riqualificare tutte le zone come è stato fatto dalle Amministrazioni Comunali di Salerno e di Bari.
Purtroppo tali tematiche sono affrontate in maniera singola e non all’interno di un sistema più ampio; la questione “sicurezza” non va risolta con visioni superficiali in quanto essa è sintomo e non causa. La risposta non può concentrarsi su un singolo sintomo del problema ma dirigersi alle radici. La vera via e la risposta efficace sono nel trovare futuro e speranza per i cittadini.
Andrea Spadaccini