Monti in regime di prorogatio, Napolitano idem ed una intera generazione di giovani che nell’attesa vede passare il suo tempo migliore.
Nessuno vuole discutere i meriti al valore civile di Giorgio Napolitano, in quasi ottanta anni di vita politica ha avuto la possibilità di accumularne diversi. Qui si discute della capacità di una intera classe dirigente di andare oltre se stessa, di uscire da una sorta di auto-assedio del palazzo, di proporre una soluzione per l’Italia del 2020 (il capo dello Stato è eletto – recita la Costituzione – per 7 anni).
È palese che la generazione degli attuali dirigenti del PD, che coincide con le stesse persone che dirigevano 20 anni fa il PDS e il PPI, è incapace di interpretare il mondo che cambia, di dare speranza per il futuro, di includere giovani, donne nella vita democratica di un partito e di un paese.
Mentre loro ci spiegano che le larghe intese sono necessarie, una intera nazione agonizza tra anziani senza pensione, giovani condannati alla disoccupazione e donne umiliate nelle loro aspettative di emancipazione.
Non ho mai creduto che sia una questione anagrafica. Non ho mai pensato che i “ggiovani” (con due G) siano meglio degli altri, ma neanche che siano peggio.
Assistendo alla guerra tra bande che stravolge il principale partito del paese, figlia di dissapori antichi, che vengono da troppo lontano, sono costretto a cambiare idea.
Credo che a questo punto ci sia davvero bisogno di un’altra generazione, che non abbia la testa rivolta al passato, che non si trascini dietro rancori novecenteschi e che abbia la testa alta per costruire una forza progressista che sfidi il futuro, senza paura.
Non credo che si risolva tutto con una semplice sostituzione tra generazioni, non sono così ingenuo, ma credo che esistano condizioni necessarie anche se non sufficienti.
La politica deve riatterrare sulla Terra dopo aver per l’ennesima volta dimostrato di vivere su Marte, dopo aver fermato l’orologio al novecento, deve rivedere il proprio fuso orario. La forza politica che costruiremo, indipendentemente da come si chiamerà, sarà ricollegata al mondo ed al suo popolo, vedrà una nuova generazione in prima fila e le altre a dispensare utili consigli per aiutarla a crescere: non i figli contro i padri come vorrebbe Renzi Matteo da Firenze, ma i figli insieme ai padri come il sig. Buonsenso insegna da secoli.
A giorni sarà il 25 aprile. La festa dell’Italia, della rinascita democratica, dei partigiani. Tutti ragazzi di 20 anni che certamente non erano di garanzia, ma donne e uomini di parte che ci hanno regalato la più bella Costituzione del mondo. Auguri a tutti noi.
Alessandro Cianci – coordinatore Sel – Federazione di Chieti.