Sette paia di scarpe (“la casa produttrice ha calcolato che ogni paio dura 700 chilometri”), diverse tute e molte t-shirt paia di calze. E tanta acqua. L’occorrente per un percorso da 5mila chilometri. Due mesi in marcia, 50-60 chilometri al giorno.
Antonio Borromeo partirà il 25 aprile da Vasto alle 10 del mattino per raggiungere Strasburgo. In cammino per i diritti dei genitori separati e, soprattutto, per il bene dei figli. Dalla seconda tappa “partirò tra le 4,30 e le 5 del mattino”, annuncia nella conferenza stampa con cui oggi, nella sala lettura della Nuova Libreria di piazza Barbacani, presenta ufficialmente la sua iniziativa in favore della bigenitorialità. “In Italia 900mila sentenze di separazione che definiscono condivisi gli affidi dei figli sono, in realtà, affidamenti esclusivi a favore della madre. Ma gli psicologi hanno constatato che la bigenitorialità è il meglio per ogni bambino. Noi dell’associazione Che colpa ho io? chiediamo che le istituzioni predispongano strumenti legislativi validi per permettere ai giudici di decidere nella massima serenità. Il nostro movimento si sta espandendo sulla rete in tutta Italia. Ne fanno parte anche personaggi noti, come il giornalista televisivo Tiberio Timperi”.
Partenza da Vasto il 25 aprile alle 10. “Arriverò a Punta Penna, poi mi verranno a prendere in auto e mi accompagneranno fino a Ortona, da dove proseguirò per Pescara. Farò questo strappo alla regola solo per arrivare a Pescara in tempo utile per allestire il banchetto per la raccolta firme”.
Le tappe in Italia all’andata: Vasto-Pescara, San Benedetto del Tronto, Ancona, Fano, Rimini, Imola, Bologna, Parma, Piacenza, Lodi, Milano, Montecatini (dove Borromeo parteciperà al concerto di Luca Dirisio e, probabilmente, canterà anche una canzone col lui), Como. “Arrivato Strasburgo, ripartirò in treno per Torino e da lì ricomincerò a camminare. A Genova cercherò di incontrare Fabrizio Adornato, che su questi problemi sta facendo lo sciopero della fame a oltranza, a Roma farò tappa davanti al Ministero della Giustizia, poi camminerò fino a Napoli, prenderò il treno per Bari per risalire a piedi la costiera adriatica fino a Vasto”.
Una società telefonica lo ha contattato per mettergli a disposizione un satellitare.
L’intervista a Borromeo – “Abbiamo il diritto di crescere i nostri figli. Ma questo non ci è permesso”. E così Antonio Borromeo, 46enne vastese, il 25 aprile partirà alla volta di Strasburgo, per una luna marcia a favore della bigenitorialità. “Ormai è una situazione diffusa – spiega Borromeo – che sta portando tanti padri all’esasperazione. La legge 54 del 2006 dice che in caso di separazioni l’affido del minore deve essere equo. Stesse responsabilità per padri e madri, stessi diritti e doveri. E invece non è così e a farne le spese sono sempre i padri e, naturalmente, i figli”.
Una battaglia che sta portando avanti da diversi anni, con banchetti in piazza, raccolte di firme, in una vicenda che ha avuto inizio nel 2006. “Con la sentenza di separazione consensuale fu disposto l’affido condiviso. Era un provvedimento che aveva equità in tutto. Ma dopo qualche tempo venne chiesto una modifica e così mio figlio fu affidato in via esclusiva alla madre. Feci ricorso e venne riconosciuto nuovamente un affido condiviso. Ma questo, purtroppo, solo teoricamente, perchè le modalità previste sono quelle dell’affido esclusivo”.
Ecco, quindi, che inizia la battaglia di Antonio Borromeo. La stessa battaglia di tanti padri italiani, che vogliono veder riconosciuti i loro diritti di genitori. Un argomento sempre d’attualità e che vede coinvolti anche tanti personaggi celebri. Ad esempio il conduttore Tiberio Timperi da anni lotta per il riconoscimento della bigenitorialità.
“Le modalità con cui vivo il rapporto con mio figlio oggi, le stesse che vivono tanti padri italiani, sono mostruose. Posso vederlo il martedì e il giovedì per 5 ore e ogni 15 giorni stiamo insieme un sabato e una domenica. Ma come fa un bambino, in 5 ore, a fare i compiti, stare con il papà, incontrare cuginetti, nonni, poi aspettare che il papà prepara la cena e fare tutto in fretta perchè bisogna tornare prima delle 21? E’ assurdo. Le richieste che ho sempre fatto sono solo per il bene del bambino. Ma niente”.
La Corte europea dei Diritti Umani di Strasburgo ha di fatto condannato molte sentenze dei Tribunali italiani. Ma ciò non ha trovato applicazione. Ecco perchè Antonio ha deciso di mettere in piedi questa iniziativa dimostrativa, per dare un segnale forte. “Negli altri genitori, con cui condivido questa battaglia, vedo tanta sofferenza, ma non si riesce ad andare oltre le parole, perchè in queste situazioni davvero non si sa dove sbattere la testa. Poi, con la questione degli assegni di sussistenza, c’è da finire peggio. Conosco tanti papà, a Vasto come in Italia, che sono finiti a dormire in macchina o a mangiare alle mense della Caritas”.
E allora lui camminerà fino a Strasburgo. “Il messaggio deve essere chiaro, ed è quello che porto avanti con la mia associazione. La formula per tutelare i minori è la bigenitorialità. Noi non andiamo contro nessuno, ma chi sta nella stanza dei bottoni deve capire che i figli sono nostri”.
Partenza il 25 aprile da Vasto, in direzione nord. Poi tante tappe. Una sosta il 1 maggio a Bologna, dove ci sarà un banchetto in piazza. Dalla Svizzera Borromeo prenderà un treno che lo porterà fino al paese prima di Strasburgo, dove andrà a consegnare la petizione alla Corte dei Diritti Umani. Poi ritorno verso casa, passando per Roma, Napoli. E poi “vorrei fare anche una sosta a San Giovanni Rotondo”. Tante persone lo hanno contattato perchè vorrebbero camminare con lui. “Sarà difficile perchè le tappe sono già organizzate. Ma quello che chiedo, e mi rivolgo soprattutto ai genitori non separati, è di venire a condividere un pezzo di strada con me. Sarà un messaggio bello e importante, per far cambiare le cose”.
Suo figlio lo vedrà partire e stare via per molto tempo. “E’ la prima volta che siamo separati per tutti questi giorni. Gli ho spiegato quali sono le mie motivazioni. Ma sono argomenti che lui conosce, visto che vive questa situazione. E poi, anche se piccolo, a scuola parla con altri bambini figli di coppie separate. Lui è contento perchè lo faccio per un bene comune, per mettere mamma e papà d’accordo e far capire che è bello crescere un figlio ed educarlo insieme anche se le strade si sono divise. Sa che è per tutti e se tutto va come deve andare si può tornare ad essere una famiglia anche se separati. L’importante è finirla con questi conflitti, perchè ne pagano le conseguenze i figli”.
Borromeo porterà sopra lo zaino un simbolo per comunicare a tutti il suo messaggio. “Avrà una forma di croce, per simboleggiare che quella che portiamo sulle nostre spalle è davvero una croce insostenibile. Ci sarà il messaggio: Bigenitorialità… insieme si può. E poi la formula 50% papà+50% mamma=100% figlio felice“.
Foto – Antonio Borromeo, 5mila chilometri a piedi per la bigenitorialità
Antonio Borromeo a presentato stamattina a Vasto la sua marcia per la bigenitorialità.