Eletto il “nuovo” presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Una scelta arrivata dopo tre giorni di fuoco, che hanno disgregato il Partito Democratico, con le dimissioni del presidente Bindi e del segretari Bersani. Una parte del Pd non ha votato i suoi candidati Marini e Prodi, convergendo poi su Giorgio Napolitano. Al termine della seduta abbiamo contattato l’onorevole Maria Amato. “C’è una sensazione di sollievo per l’elezione di una persona di grande levatura – ha commentato la Amato-. Però abbiamo lasciato cadaveri importanti sul percorso, niente sarà più come prima, perché nel centrosinistra e nel partito ci sono stati strappi e lacerazioni. Definire dolorosa la riunione di ieri sera sarebbe dir poco”.
Ora il segretario del Pd, come annunciato, rassegnerà le sue dimissioni. “Bersani nel suo discorso ha ammesso una serie di errori, ma ha fatto una riflessione di grande umanità. Si trattava di essere seri come partito in questo momento piuttosto che dover arrivare a vivere tutte queste situazioni: l’elezione del presidente della Repubblica, la vicenda del nuovo governo e ora il congresso. Si crea così una situazione di grande confusione”.
Quando in aula Napolitano ha superato i voti necessari all’elezione è scattato l’applauso comune da parte di tutti i grandi elettori. Non di quelli del Movimento 5 Stelle (che poi al momento della proclamazione si sono alzati ma senza applaudire), in aperta polemica con quanto accaduto. “Trovo sgradevole che nel momento in cui tutti applaudivano per il raggiungimento del quorum i rappresentanti del Movimento 5 Stelle siano rimasti seduti. L’assenza di fair play in un momento del genere è esemplare della crudezza dello scontro”.