Dopo il flop dell’abruzzese Franco Marini, il Partito democratico candida Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica. Il centrosinistra si va ricompattando e sperava di farcela a eleggere a capo dello Stato l’ex presidente della Commissione europea. Ha tentato di farlo alla quarta votazione, quando il quorum si abbassa e, quindi, non serve più la maggioranza qualificata (due terzi), ma la maggioranza assoluta, vale a dire la metà più uno dei grandi elettori: deputati e senatori riuniti in seduta comune a Montecitorio insieme ai delegati delle 20 regioni italiane.
Prodi a Vasto – Era il 22 settembre 2006, quando Romano Prodi, da pochi mesi presidente del Consiglio, venne a Vasto. Partecipò, insieme a mezzo Governo, alla prima edizione della Festa nazionale dell’Italia dei valori.
Prima una breve tappa in municipio, dove fu accolto nell’aula consiliare dal sindaco, Luciano Lapenna (anche lui eletto quell’anno, poche settimane dopo Prodi). Giusto il tempo di un ringraziamento e di poche parole: “Arrivando da Roma, per strada ho visto che avete delle colline meravigliose”.
Poi il breve tragitto dal municipio a Palazzo D’Avalos, dove nel cortile lo aspettava la platea dell’Idv. Mai, nelle edizioni successive della convention dipietrista, la storica residenza dei marchesi è stata così gremita.
Sul palco del D’Avalos Prodi salì insieme ad Antonio Di Pietro, allora ministro dei Lavori pubblici. Ma fu il Professore a rispondere alle domande di Massimo Giannini, vice direttore del quotidiano la Repubblica. Un’intervista fiume, che Prodi concluse con una battuta profetica: “Ho una maggioranza risicata? Se vado a casa io, vanno a casa tutti”.