“Né giudizio abbreviato, né patteggiamento. Andiamo a giudizio ordinario. Il mio cliente si professa innocente: dichiara di non aver commesso il fatto”, annuncia Giovanni Cerella, l’avvocato difensore di P.R., il 54enne impiegato delle Poste accusato di aver rubato denaro dalla sede di viale Giulio Cesare, l’ufficio postale centrale di Vasto.
Fin dall’inizio, l’uomo si è dichiarato estraneo ai fatti che gli vengono contestati: “Vuole l’assoluzione con formula piena ed è pronto ad aspettare il primo, il secondo grado di giudizio e anche la Cassazione”. Di diverso avviso la Procura di Vasto, che ritiene di avere in mano importanti prove di colpevolezza e ha ottenuto dal gip il rito immediato. Il processo è fissato per il 21 giugno.
La notizia del 23 febbraio – Giudizio immediato. Lo ha disposto il giudice del Tribunale di Vasto nei confronti di P.R., l’impiegato delle Poste accusato di aver rubato 15mila euro dalla cassaforte della sede centrale, in via Giulio Cesare.
Finito agli arresti domiciliari l’11 ottobre, nel corso di un’inchiesta iniziata a fine agosto e condotta dal procuratore, Francesco Prete, e dai carabinieri di Vasto, l’uomo è tornato libero il 22 dicembre, ma deve difendersi dall’accusa di peculato. Dinanzi ai magistrati ha sostenuto di non essere lui il responsabile del furto all’ufficio Poste impresa dove, il 31 agosto del 2012, qualcuno ha prelevato i contanti dalla cassaforte. Un’azione registrata dalle telecamere della videosorveglianza. Al termine degli accertamenti, su richiesta della Procura, il giudice per le indagini preliminari aveva emesso il provvedimento restrittivo.
Ora il magistrato ha decretato che l’uomo deve essere giudicato con rito immediato, ossia senza passare attraverso l’udienza preliminare. Succede quando il giudice ritiene evidente la prova a carico dell’indagato, che nei giorni scorsi ha chiesto di poter tornare al lavoro, magari non a Vasto, ma a Chieti, dove aveva lavorato dopo l’apertura dell’inchiesta giudiziaria.
La difesa contesta questa ricostruzione dei fatti.