Si è conclusa ieri l’edizione 2013 del Vinitaly International. Per l’Abruzzo un bilancio sicuramente positivo, con migliaia di persone che hanno visitato l’area del padiglione 11 per conoscere e degustare i migliori vini della produzione regionale. Tanti anche gli appuntamenti, tra cui le degustazioni presso lo spazio dedicato all’enoteca regionale e nella sala eventi. Ad accompagnare visitatori e addetti ai lavori in questo percorso del gusto i sommelier dell’Associazione italiana sommelier abruzzese, guidata dal presidente Gaudenzio D’Angelo.
I sommelier sono un’importante figura di riferimento per i consumatori per orientarsi nel mondo del vino. Quali sono le attività che portate avanti in Abruzzo?
In Abruzzo l’associazione è sorta nel 1985 e ad oggi siamo più di mille. Teniamo corsi di formazione in tutte le province, abbiamo 7 delegazioni, siamo presenti in tutte le strutture alberghiere e ristorative di qualità, siamo i gestori dell’enoteca regionale, collaboriamo con le istituzioni. Insomma, dove si parla di vino noi ci siamo. Siamo riusciti a portare il nostro operato in tante realtà, cercando di essere presenti e renderci utili.
Quando si ascolta un sommelier che spiega le caratteristiche di un vino, spesso ci si sente spaesati con tante descrizioni tecniche.
Potrebbe essere vero, c’è il rischio di sembrare dei piccoli mostri. Se si fa un discorso tecnico, quando si ha una platea che ha certe competenze, si usano dei termini tecnici. Invece dico ai colleghi di usare termini più semplici quando ci si rivolge a un pubblico di consumatori. Dobbiamo far innamorare, far invogliare, e non far scappare. Quindi, in certe situazioni, fare uso di termini troppo stretti è controproducente anche per l’associazione. Lo dico sempre: usate sempre il linguaggio sempre in funzione dell’utenza.
Come può fare un consumatore ad orientarsi nella scelta del giusto vino, stando attento a bere bene e spendere il giusto?
Bisogna affidarsi al gusto, seguire un po’ i consigli, visto che oramai di vino abruzzese si scrive dappertutto. E’ importante sentire qualcuno che ha degustato. Io però dico una cosa importante: bisogna diffidare del prezzo troppo basso. Vedere che una bottiglia di vino costa meno di una bottiglia di acqua è preoccupante. Quando il consumatore non sta attento alla qualità pensando solo al risparmio, allora c’è da stare attenti. L’idea che bisogna tenere in considerazione è che in una bottiglia di vino c’è un chilo e mezzo d’uva. E se l’uva che si compra al mercato costa più di una bottiglia di vino si capisce che non può andare. Poi, come già detto, è importante seguire il gusto personale.
Voi sommelier avete certamente un punto di vista privilegiato. Come si posizionano i vini abruzzesi nel rapporto con il resto dell’Italia?
Non siamo secondi a nessuno. Sfatiamo questo mito e finiamo di dire questo, perchè altrimenti ci facciamo male da soli. Non si deve dire più “stiamo crescendo”, perchè siamo cresciuti e siamo grandi. Nelle degustazioni cieche si vedono i nostri prodotti che risultano ai primi posti, se non diciamo chi siamo. Quando ci qualifichiamo ci buttiamo da soli a terra, andando a scovare mille cose negative. La qualità del nostro prodotto non è in discussione, i nostri tecnici sono bravissimi, lavorano a livello lodevole. Non ci manca niente, bisogna solo credere in quello che si fa.