Da più di 50 anni la Cantina Madonna dei Miracoli di Casalbordino è il punto di riferimento di un territorio in cui la viticoltura rappresenta una parte molto importante dell’economia. I Vini Casalbordino sono così diventati un prodotto che ha varcato i confini territoriali per essere esportati in tutto il mondo. Al Vinitaly International di Verona è il direttore commerciale Massimo Zuccarini ad accogliere i visitatori nello stand dei Vini Casalbordino allestito nel padiglione della regione Abruzzo.
Per una cantina che produce una gran quantità di vino riuscire a gestire in maniera efficace quantità e qualità è sempre una sfida impegnativa. Come lavorate a Casalbordino?
Avendo una produzione così ampia e vasta, data dalla presenza di più di 400 soci, si possono ottenere dei livelli qualitativi superiori rispetto ad un privato che ha un singolo appezzamento di terreno situato in una determinata zona. Quello che poi c’è nel bicchiere esce fuori da una serie di parametri che devono essere selezionati e tenuti sotto controllo, sia in vigna che in cantina. Un ruolo importante in questo processo è quello del nostro enologo, che fornisce precise indicazioni ai produttori Poi è molto importante il lavoro che si svolge in cantina, giorno dopo giorno, utilizzando una tecnologia che ha fatto passi da gigante. Ad esempio è importante avere un impianto di refrigerazione adatto per controllare le temperature in fase di fermentazione. Ecco quindi, che con questo lavoro, si hanno poi dei vini con dei profumi, dei sentori, delle caratteristiche che il consumatore trova nel bicchiere.
Con così tanti produttori che conferiscono l’uva in cantina come si fa a mantenere una qualità omogenea tra tutti loro?
Intanto abbiamo vigneti che hanno all’incirca lo stesso terroir, trattandosi di una zona comunque circoscritta, in cui si presentano solo differenze sull’esposizione. Il lavoro dell’enologo è nel saper indirizzare i singoli produttori nell’effettuare determinati tipi di interventi in vigna, di potatura e raccolta delle uve, in quel determinato periodo. L’attività di ogni produttore, quindi, è differenziata nel tempo rispetto agli altri.
Avete una gamma di prodotti che spazia tra tutte le fasce di prezzo. Un rischio di generare confusione nell’acquirente o un’opportunità?
E’ sicuramente un’arma in più, perché permette di soddisfare le richieste sia della clientela che richiede prodotti da primo prezzo (e oggi con la crisi questa fascia diventa sempre più ampia) che la parte più alta, alla ricerca di prodotti della parte più alta della gamma, che possano soddisfare le esigenze di altri palati. All’estero, dove siamo molto presenti, in questo momento abbiamo una clientela che può spendere decisamente di più rispetto al consumatore italiano.
Com’è il trend delle vendite in questi anni?
Diciamo che è abbiamo un dato che è cresciuto e stabilizzato in maniera costante già da diversi anni, grazie al livello medio dei produttori abruzzesi, non solo di quelli di Casalbordino. C’è sempre maggiore attenzione alla qualità e quindi è aumentato il livello medio qualitativo dei vini. Con questa crescita ci sono stati anche degli evidenti benefici in termini di crescita.
Come fa la Cantina Casalbordino a essere presente su mercati molto differenti come quelli a cui vi rivolgete?
L’importante è far bene i vini. Per ogni fascia bisogna saper dare il meglio di quello che si può dare. Se si riesce a centrare questo obiettivo non ci sono problemi, perché i vini devono dare un ottimo rapporto qualità-prezzo. E questo si può avere con il vino da 2 euro a bottiglia, che il consumatore valuta più di quello che ha speso mentre magari posso avere un vino da 10 euro inferiore alle aspettative. Ripeto, l’importante è raggiungere un ottimale rapporto qualità-prezzo.
I vigneti che producono uva per la vostra produzione vanno dal mare alla collina. Che prodotti ne vengono fuori?
In Abruzzo abbiamo il principe della produzione che è il Montepulciano d’Abruzzo, senza nulla togliere agli altri vitigni autoctoni. Anche i nostri consumatori all’estero la prima cosa che richiedono è Montepulciano. Quello della cantina di Casalbordino, proprio per queste peculiarità produttive, che spaziano dal mare fino alla collina più avanzata, conferisce ai nostri vini delle caratteristiche che sono riconosciute come uniche.
La Cantina, da una semplice forma di associazione di produttori, oggi è diventata un’azienda moderna. Quali sono i risultati di questa evoluzione?
La forma di associazione è nata più di 50 anni fa, nel 1962. Da una struttura semplice si è creata un’azienda, gestita in modo manageriale. Ma deve per forza di cose essere così, altrimenti sarebbe uscita già dal mercato. I meccanismi che sono all’interno sono tali per cui da un lato ci sono le indicazioni da dare ai produttori per la parte produttiva, con i nostri tecnici che poi lavorano in cantina in maniera precisa. Questo ci permette di avere un’ottimizzazione delle materie prime e quindi dei costi, facendoci essere competitivi sul mercato.
Come sono distribuite le vendite tra i vari mercati?
Oggi siamo al 50% nel mercato italiano e nel 50% all’estero, con una crescita sul mercato estero registrata nell’ultimo anno e che ovviamente andrà incrementata negli anni a venire. Oggi i vini della Cantina di Casalbordino arrivano in tutta Europa, nordamerica, Giappone, Australia, Nuova Zelanda.
Paesi come Australia, Nuova Zelanda ed altri, hanno un’importante produzione vinicola. Come fa un’azienda italiana ad imporre anche lì i suoi prodotti?
I produttori italiani hanno una facilità d’ingresso garantita dalla ristorazione italiana nel mondo. All’interno di questo bisogna poi tenere presente che i prodotti italiani presentano delle caratteristiche sia organolettiche che degustative completamente diverse da quelli che sono vini del nuovo mondo. Ad esempio se prendiamo un Merlot, che è un vitigno internazionale o uno Chardonnay, sempre internazionale e confrontiamo quelli italiani con quelli cileni, sudafricani, neozelandesi o altri, notiamo delle differenze sostanziali.
Se dovesse scegliere tre prodotti, un bianco, un rosato e un rosso che le danno particolari soddisfazioni?
Come bianco c’è lo Chardonnay Castel Verdino che è passato in barrique, molto elegante e strutturato. Il Cerasuolo Villa Adami è spettacolare sia per quanto riguarda il colore che per la struttura e l’ampiezza aromatica. Per il Montepulciano dico ancora la gamma Castel Verdino, un barricato ma anche il Villa Adami che presenta un ottimo rapporto qualità prezzo.
Sono tempi in cui bisogna decidere le sfide per il futuro. Cosa farà la Cantina di Casalbordino?
Per un’azienda oggi è fondamentale incrementare la propria posizione nel mercato estero perché il mercato italiano è in una congiuntura sfavorevole che ben conosciamo. Per cui tutti quanti sono alla ricerca di espandersi verso l’estero. Chi ha cominciato a percorrere questa strada anni fa si è trovato sicuramente avvantaggiato. I miei predecessori fortunatamente hanno lavorato in tal senso, per cui la Cantina ha già una clientela all’estero ben strutturata. Chiaramente la stiamo ampliando e stiamo vedendo anche di strutturarla in modo tale che possa assorbire meglio la nostra produzione di vini. Stiamo anche rivedendo il packaging su alcune linee per meglio centrare quelle che sono le richieste e le aspettative del mercato, in modo particolare quello del nordamerica.
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Foto – Cantina Casalbordino Madonna dei Miracoli
Cantina Casalbordino Madonna dei Miracoli.