La salmonella nell’acqua del Trigno c’è da oltre un anno. Quattordici mesi e mezzo, per essere più precisi. Il 16 gennaio 2012 i risultati delle analisi eseguite dall’Arta (agenzia regionale di tutela dell’ambiente) già evidenziavano la contaminazione delle risorse idriche destinate alla potabilizzazione e, dunque, ai rubinetti della zona industriale di San Salvo, ma anche di San Salvo Marina e della parte meridionale di Vasto Marina. Regione Abruzzo e Asl ne erano, quindi, ampiamente a conoscenza.
Lo rivela il Wwf nel dettagliato esposto finalizzato a chiedere l’apertura di un’inchiesta e la tutela della salute umana e inviato a: Unione europea, Ministeri dell’Ambiente e della Salute, Istituto superiore di sanità, Procure di Vasto e Larino, carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico) di Pescara, Autorità di bacino, Autorità di distretto idrogeologico, Regioni Abruzzo e Molise, Province di Chieti e Campobasso, Asl, Arta, Arpam (agenzia regionale di protezione ambientale del Molise) e Sasi (la società che gestisce il servizio idrico in 92 comuni del Chietino).
“Nell’esposto – spiega Augusto De Santis, referente acque del Wwf abruzzese – si richiamano i referti dell’Arta relativi alla situazione della qualità delle acque del fiume Trigno alla traversa di Lentella tra il 2011 e il 2012, indagini finalizzate alla classificazione delle acque fluviali ai fini della successiva potabilizzazione. Tali documenti evidenziano un notevole inquinamento di tipo microbiologico e, in particolare, la presenza in almeno tre mesi di rilevamento, della pericolosa salmonella. Scrivendo alle Procure di Vasto e Larino, abbiamo richiamato numerose ordinanze che i Comuni di molte regioni italiane hanno emesso in questi casi: divieto di irrigazione dei campi, divieto di consumo dei pesci senza una preliminare cottura a 72 gradi, oltre a disporre di lavarsi attentamente le mani dopo essere entrati in contatto con l’acqua contaminata. Chiediamo quali provvedimenti abbiano preso gli organi competenti nelle occasioni in cui è stata rilevata la presenza di salmonella nel Trigno”.
Secondo gli ambientalisti, “è del tutto evidente che lungo il fiume vi sono scarichi non trattati o trattati in maniera parziale e inefficace. Il Wwf chiede di conoscere esattamente la situazione degli impianti di trattamento che scaricano nel Trigno e nei suoi affluenti”.
In estate la situazione peggiora perché la siccità si somma al fatto che “a Chiauci si sottrae acqua soprattutto nei mesi caldi, aumentando così lo stress del fiume e pregiudicando le sue capacità autodepurative”, sottolinea De Santis.
Analisi e ordinanze – “A seguito del prelievo del 23 luglio 2012, tre giorni dopo veniva certificata la non conformità dell’acqua post-potabilizzata del Trigno”, ma la contaminazione da salmonella era già stata accertata nelle “analisi del 16 gennaio 2012. La presenza di salmonella avrebbe dovuto far scattare le analisi immediatamente”.
Inoltre, “le prime analisi che evidenziano fenoli fuori dalla norma risalgono al giugno 2012, molto prima del gennaio 2013″ quando, il giorno 23, il Sian (servizio d’igiene alimentare e della nutrizione) della Asl ha ordinato lo stop del potabilizzatore di San Salvo. Mentre “il 24 gennaio il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, firmava un’ordinanza di divieto dell’uso dell’acqua potabile nella zona industriale di San Salvo”, dove gli operai avevano già lanciato l’allarme dal giorno precedente, quando avevano visto i rubinetti a secco.
Il 13 febbraio l’ordinanza di sospensione dell’erogazione idrica veniva revocata perché, su delibera del Consiglio regionale, si disponeva il prelievo dell’acqua del Trigno più a monte: non a Lentella, com’era avvenuto fino a quel momento, ma a San Giovanni Lipioni, dove vanno eseguiti dei lavori che la Regione afferma di aver finanziato.
La legge – Ci sono aspetti legali su cui il Wwf pretende chiarimenti: la direttiva acque dell’Unione europea, la numero 60 del 2000, “obbliga gli Stati membri ad adoperarsi per evitare il peggioramento della qualità delle acque dei fiumi e a raggiungere lo stato di qualità buono entro il 2015. La qualità dell’acqua del Trigno – sottolinea De Santis – non solo non è migliorata, ma è scaduta da buona a sufficiente già dal 2008 al 2009. E la Regione Abruzzo, invece di mettersi in regola, ha approvato un Piano di tutela delle acque che contiene inaccettabili richieste di deroga rispetto agli obiettivi comunitari di qualità, spostando la data per l’ottenimento dello stato buono dal 2015 al 2027″.
Salute – A tutela della salute dei cittadini, l’associazione ambientalista chiede alla magistratura, ai carabinieri specializzati nella tutela dell’ambiente e agli enti pubblici di settore “se nei periodi di distribuzione dell’acqua potabilizzata siano avvenuti casi di salmonellosi, enteriti o qualsiasi altra patologia riconducibile alla contaminazione“.
Tubi colabrodo – Due le priorità individuate dal Wwf: “Reprimere e punire ogni forma di scarico non conforme, o addirittura illegale, riducendo allo stesso tempo le captazioni dal fiume” e “cercare le falle nelle condotte idriche colabrodo, con perdite che sfiorano il 50% dell’acqua immessa”.
I presenti – Oltre a De Santis, alla conferenza stampa tenutasi stamani nella sede Arci di Vasto, in corso Plebiscito, erano presenti gli ambientalisti Lino Salvatorelli, Vincenzo Ronzitti, Stefano Taglioli e Alessia Felizzi e i rappresentanti Cobas Domenico Ranieri e Fabio Cedro.
Foto – Wwf: “Acqua inquinata, indaghino magistratura e Noe”
Oggi, 6 aprile, la conferenza stampa del Wwf, che ha presentato un esposto sull’inquinamento delle acque del Trigno potabilizzate e immesse nei tubi di Vasto e San Salvo.